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Formula 1, ecco cosa abbiamo imparato dalla stagione 2020

La stagione 2020 di Formula 1 passerà negli annali come una delle più strane e controverse stagioni di sempre, ma è anche per questo che ci ha regalato molte gare emozionanti e ricche di colpi di scena. La Mercedes ha dominato la scena dall’inizio alla fine e Lewis Hamilton ha conquistato il suo settimo sigillo iridato. Ma cos’altro abbiamo imparato quest’anno? Scopriamolo assieme.

1. Lewis può ancora migliorare

È un pensiero che spaventa, che fa quasi paura, ma Lewis Hamilton potrebbe non aver ancora raggiunto l’apice della sua carriera agonistica. Quest’anno ha trionfato in 11 gare su 16 e stabilito nuovi record, ma il Re non è ancora sazio e ha ancora molta fame di successo. E il tutto mentre è stato fortemente impegnato nella battaglia contro il razzismo e l’uguaglianza sociale.

Lewis Hamilton (Foto: Antonin Vincent/DPPI/LivePhotoSport)

2. Un pazzo mercato piloti

Indipendentemente dalla stagione superlativa di Sergio Perez, quanti di noi pensavano davvero che la Red Bull avrebbe scaricato Albon per ingaggiarlo? Questa è stata la bellezza del mercato piloti 2020, che ci ha tenuto sulle spine fino a fine stagione. Nella prossima stagione difficilmente vedremo cambiamenti radicali, visto che molti piloti hanno contratti pluriennali ora in atto, ma vedendo il contratto strappato a Perez, mai dire mai!

3. Prendere una decisione anticipata su quale squadra guidare per l’anno successivo è rischioso

Ancora prima che la stagione iniziasse, Vettel è stato scaricato dalla Ferrari e al suo posto è stato annunciato Sainz. Ritrovarsi da separato in casa con ancora una stagione da affrontare, non è una bella situazione: sai che sei considerato come un pilota di serie B, sai che le tue richieste non verranno mai evase e sai che il materiale “buono” lo danno al tuo compagno di squadra.

Per Sainz è stato diverso: ha lasciato una McLaren in rimonta per accasarsi in una Ferrari che si è dimostrata scarsamente competitiva. Certo, una chiamata da Maranello è come una offerta del Padrino, ovvero che non si può rifiutare, ma se Sainz avesse avuto la sfera di cristallo, avrebbe accettato il sedile di Vettel?

Sicuramente il tedesco non si pentirà della scelta fatta e dopo lo sconforto iniziale di essere stato scaricato dalla Ferrari, andare all’Aston Martin ora sembra un sorta di promozione per il quattro volte Campione del Mondo, vedendo come è andata la stagione della Racing Point.

4. Leclerc uomo di punta Ferrari

Eppure a Maranello le cose non sono tutte cupe. Ci sono stati dei lampi di performance durante questa stagione a cui si aggiungono alcuni momenti sorprendenti di Charles Leclerc. Aveva imposto la sua autorità sul team nella sua stagione di debutto alla Ferrari, ma Leclerc non ha permesso che le difficoltà di quest’anno fermassero la sua progressione come pilota.

Con una vettura difficile, ha ottenuto due podi nelle prime quattro gare, altri tre arrivi tra i primi quattro e alcuni giri di qualifica eccezionali. Forza mentale, resilienza, capacità di emergere anche in un’auto che spesso era ben fuori forma. Insomma, il futuro a Maranello è meno buio con Leclerc.

5. Essere il compagno di squadra di Max Verstappen non sta diventando facile

Il futuro sorride anche a Max Verstappen, ma il livello a cui l’olandese si esibisce in pista continua a rivelarsi un problema per i suoi compagni di squadra. Verstappen ha vinto in gran parte da solo contro la Mercedes in questa stagione, mentre Alex Albon sembrava pronto per una potenziale vittoria nella gara di apertura prima che la sua stagione si sgretolasse.

I podi al Mugello e in Bahrain sono stati incoraggianti, ma troppo spesso non riusciva ad avvicinarsi abbastanza a Verstappen per soddisfare pienamente il team, portando Perez a sostituirlo per il 2021. Dato che anche Pierre Gasly ha lottato al fianco di Verstappen, la domanda è ora se esiste un pilota che possa stare fianco a fianco con Mighty Max.

Formula 1

Max Verstappen (Foto: Florent Gooden/DPPI/LivePhotoSport)

6. Gasly si è ripreso dal suo appiedamento in Red Bull

E a proposito di Gasly, ha fornito uno dei momenti di spicco di una straordinaria stagione 2020 con la sua vittoria al Gran Premio d’Italia. A poco più di un anno dalla sua retrocessa dalla Red Bull, il pilota di AlphaTauri ha conquistato due podi in 10 gare e ha dimostrato che il suo secondo posto in Brasile nel 2019 non è stato un colpo di fortuna.

La vittoria aumentò ancora di più la sua forma quando finì tra i primi sei in Germania e Portogallo, riportandolo come un possibile sostituto di Albon. La Red Bull ha scelto di tenerlo dov’è, ma ha ribaltato la sua carriera con una stagione davvero impressionante.

7. Lotta serrata a centro gruppo

A soli quattro gare dalla fine di questa stagione segnata che ha visto molti volti nuovi arrivare a podio, c’era solamente un punto che separava Renault, McLaren e Racing Point per il terzo posto nel mondiale costruttori. Questo era l’ordine dopo il Gran Premio di Turchia, anche se la Racing Point aveva ottenuto una pole, due podi ed una vittoria ed era considerata la favorita delle tre.

Ma la costanza della McLaren ha sbaragliato tutti e i risultati di Sainz e Norris hanno permesso al team di Woking di chiudere al terzo posto e di ritornare ai vertici delle classifiche dopo anni di bocconi amari.

8. Il ritorno delle piste vecchia scuola

Quello che abbiamo sicuramente più apprezzato in questo 2020, è aver visto a calendario delle piste da pelo sullo stomaco. Mugello, Nurburgring, Imola, Portimao, Turchia sono entrate in calendario dopo l’emergenza coronavirus con diverse gare che sono saltate, ma sono state quel tocco in più in questo mondiale 2020 e sinceramente nessuno a fine anno ha sentito la mancanza di Singapore, del Vietnam o di altri tracciati totalmente anonimi.

Si auspica che sotto la direzione di Domenicali, la Formula 1 dia un taglio a questi vomitevoli tracciati cittadini voluti dal dio denaro e ritorni nelle piste vere, dove un pilota può finalmente esaltarsi e il pubblico divertirsi. Le due Arrabbiate del Mugello fatte ai 280 all’ora senza mollare il gas ne è la prova.

9. La McLaren avrà un top driver

Mentre Carlos Sainz può realizzare il sogno di correre per la Ferrari, il pilota che lo sostituisce sarà nientemeno che Daniel Ricciardo. L’australiano ha avuto un’ottima stagione con Renault, portandola a podio in una occasione e dall’anno prossimo guiderà per la terza forza del Mondiale, ovvero la McLaren.

Ricciardo ha ottenuto ben 75 punti nelle sette gare da Spa ad Imola e la prospettiva di correre con una vettura più competitiva della Renault sicuramente lo esalta e lo mette nelle condizioni di essere una mina vagante per la prossima stagione.

10. Vettel ha bisogno di un cambiamento

Mentre Ricciardo era in forma smagliante, lo stesso non si può dire del suo vecchio compagno di squadra della Red Bull, Sebastian Vettel, che ha vissuto la peggiore stagione della sua carriera in termini di punti. Il tedesco ha ottenuto solamente 33 punti e 15 di questi sono arrivati dal terzo posto in Turchia mentre altri 14 dai risultati ottenuti in Ungheria e Spagna. La rimanenza è quello che ha raccolto il tedesco nel corso delle 17 gare stagionali, ovvero quattro punti tutti raccolti arrivando decimo.

Vettel si è ritirato solo due volte e le gare restanti non è riuscito a finire tra i primi 10. La Ferrari aveva fatto sapere al quattro volte campione del mondo che non era più necessario prima ancora dell’inizio della stagione, e insieme a un’auto non competitiva, ha portato a un anno di calvario per Seb. Un nuovo inizio all’Aston Martin è esattamente ciò di cui ha bisogno.

11. Occhi puntati su Mick Schumacher

Il nome Schumacher è tornato in Formula 1: Mick Schumacher ha vinto il campionato di Formula 2 che va ad affiancarsi al titolo europeo di Formula 3 ottenuto nel 2018. Il figlio di Michael Schumacher arriva in F1 da Campione in carica della F1 proprio come Russell e Leclerc hanno fatto prima di lui.

Formula 1

Mick Schumacher (Foto: Antonin Vincent/DPPI/LivePhotoSport)

Schumacher correrà per la Haas, e mentre la squadra americana ha avuto una pessima stagione, sperano di beneficiare di una power unit Ferrari significativamente migliorata l’anno prossimo che darà al tedesco maggiori possibilità di mostrare cosa può fare. Potrebbe essere lo scenario perfetto per Schumacher, che ha come pretesto farsi le ossa nella prima stagione in una categoria totalmente nuova per poi dimostrare il suo talento l’anno successivo. Se anche il prossimo anno la Haas dovesse ritrovarsi a battagliare con l’Alfa Romeo, rivedremo nuovamente una sfida Raikkonen-Schumacher ma questa volta il finlandese si scontrerà col figlio di Michael, vent’anni dopo aver sfidato il padre in pista.

12. Ritorna Fernando Alonso

Schumacher oltre a Raikkonen, ritroverà un altro avversario di suo papà: Fernando Alonso. Lo spagnolo ritorna in F1 dopo due stagioni dove ha spaziato dal WEC alla Dakar, passando per la mitica 500 Miglia di Indianapolis.

Alonso ritorna in Renault prendendo il posto di Ricciardo, la squadra con cui ha vinto due titoli Mondiali.Non c’erano garanzie che Alonso sarebbe tornato quando ha lasciato la McLaren alla fine del 2018, ma dopo aver corso altrove sentiva di avere ancora qualcosa in sospeso in F1, e la prospettiva di nuove regole lo ha invogliato a tornare. Mentre dovrà aspettare fino al 2022 per avere le nuove monoposto, Alonso avrà la possibilità di correre per ottenere dei punti e dei piazzamenti a podio, risultati nettamente migliori di quando era in McLaren e lamentava problemi cronici di potenza.

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