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Giro d’Italia 2020: voglia di normalità tra i tanti punti di domanda

Sabato 3 Ottobre parte da Monreale l’edizione 2020 della corsa rosa.

Giro d’Italia 2020: voglia di normalità tra i tanti punti di domanda.

Così si può riassumere l’attesa per l’edizione numero 103 della corsa rosa che prenderà il via sabato 3 ottobre da Monreale.

Normalità, quella che gli organizzatori hanno voluto a tutti i costi ostentare non andando a modificare il tracciato, fatta eccezione per le prime tre tappe,  (che in origine erano previste oltralpe) ben consapevoli che ottobre non è giugno e che con altissime probabilità, nei tapponi di montagna, oltre che con la fatica i corridori dovranno fare i conti con il freddo.

Qui nel dettaglio le 21 tappe (Fonte: Sito ufficiale Giro d’Italia)

Corridore alla partenza del Giro d'Italia
Partirà con una tappa a cronometro da Monreale l’edizione 103 del Giro d’Italia (Foto: Roberto Tommasini)

Ma intanto si parte con lo scirocco.

Le previsioni sono oramai chiare, almeno nelle prime due giornate, sarà lo scirocco ad essere protagonista. All’arrivo di Palermo, sabato sono previste temperature da piena estate con picchi anche di 35 gradi.

Timori anche per le forti raffiche di vento che potrebbero creare più di qualche grattacapo ai corridori impegnati sia nella prima tappa a cronometro, che nella successiva, quando si prospetta un’arrivo in volata sul traguardo di Agrigento.

Il ciclismo è per antonomasia lo sport delle masse, e fa parte del gioco, specie nelle tappe di montagna, veder la folla aprirsi al passaggio dei ciclisti. Tutto questo, almeno teoricamente, sarà possibile, anche se per motivi sanitari, non augurabile.

Su questo aspetto, Mauro Vagni, direttore della corsa si aggrappa al senso di responsabilità dei tifosi, ai quali chiede di stare tassativamente a bordo strada e con la mascherina indossata.

Quello che invece sarà vietato per il pubblico è l’accesso alla zona della partenza e dell’arrivo.

Positività al coronavirus: nessuno torna a casa.

Lo stesso Vagni ritorna ancora una volta sull’argomento CoVid e assicura che nessuna squadra sarà mandata a casa nell’eventualità in cui si verificassero delle positività al coronavirus.

Si isoleranno i positivi e si testeranno quotidianamente i compagni di squadra, questo in soldoni il protocollo che si spera di non dover mai applicare, ma che secondo l’organizzazione rappresenterebbe un’ottima salvaguardia per gli altri corridori in gara.

L’esatto opposto di quanto invece era previsto al Tour de France, dove alla seconda positività, tutta la squadra veniva fermata e allontana  dalla Grande Boucle.

I favoriti dell’edizione 2020.

L’edizione che si appresta a partire dalla Sicilia deve fare i conti, oltre che con le incertezze meteo, anche con le molte altre gare che si disputeranno in contemporanea alla corsa rosa.

Di conseguenza molti grandi nomi mancheranno all’appello. Lo stesso Richard Carapaz, vincitore dell’edizione 2019, ha comunicato che non sarà al via. L’Ecuadoregno ha preferito puntare tutto sulla Vuelta de Espana che partirà il 20 ottobre da Irun. Proprio nel giorno in cui il Giro d’Italia starà affrontando una delle tappe più dure.

Richard Carapaz vincitore dell'edizione 2019 del Giro d'Italia
Richard Carapaz vincitore dell’edizione 2019 del Giro d’Italia (Foto: Roberto Tommasini)

Tra i confermati al via, spicca tra i favoriti per la vittoria finale Geraint Thomas del team Ineos, che oltre ad una buona resistenza in salita, può contare a proprio favore sulle tre tappe a cronometro.

Anche Simon Yates, dominatore indiscusso alla Tirreno-Adriatico si candida a salire sul gradino più alto del podio a Milano.

Il britannico, oltre che sulla propria forma fisica, può contare su una buona squadra costruita che saprà aiutarlo specie sulle salite più dure.

Le speranze italiane sono ancora una volta riposte in Vincenzo Nibali. Il siciliano però, oltre che a dover far i conti con l’eta, tra i tre è quello che soffre maggiormente il freddo. Sulla carta, per lui, partenza in salita.

Ma chi segue il ciclismo, ed in particolare le corse a tappe, sa che i pronostici sono fatti per essere puntualmente smentiti: del resto chi mai avrebbe scommesso un solo euro sulla vittoria al Tour de France dello sloveno Tadej Pogacar?

Roberto Tommasini per LiveMedia24

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