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Intervista a Daniele Salviato, vincitore della Sabatini Cocktail Competition 2022

I festeggiamenti dopo la competizione e la felicità che per Daniele Salviato ha una direzione: la Thailandia. 

È il 3 Maggio. Le colline toscane, nel cuore della Valdichiana, fanno da sfondo alla competizione organizzata dalla Sabatini Gin, azienda di vini e liquori la cui storia è una tradizione centenaria, riconosciuta da Forbes tra le 100 eccellenze italiane del 2022. 

Nell’atmosfera rustica dalla bellezza senza tempo di Villa Ugo, luogo della competizione, Daniele Salviato si posiziona dritto sul podio. Stringe a sé il frutto della vittoria che ha conquistato: un biglietto aereo. La direzione? La Thailandia. A partire da settembre, infatti, sarà impegnato con delle Guest in giro per l’Italia. Il suo tour, poi, diventerà internazionale approdando in Thailandia.

Daniele Salviato vive a Treviso, ma il suo mondo è quello del bartending: una passione che, con impegno e dedizione, è divenuta la sua professione. Lavora presso Cloakroom – Cocktail Lab, locale nel pieno centro di Treviso, uno tra i dieci migliori Cocktail Lab d’Italia ad essere premiati dalla Nuova Guida Bar d’Italia 2019 del Gambero Rosso. 

Abbiamo intervistato Daniele per conoscere più da vicino il mondo del bartending. 

Innanzitutto, grazie Daniele per aver accettato l’intervista e per essere qui con noi di LiveMedia24, oggi. Come hai vissuto i giorni prima della Sabatini Cocktail Competition 2022? 

Sono stati dei giorni a dir poco incredibili, Sabatini è stata una gara molto equa e formativa dove ho potuto incontrare dei competitor di livello. Il primo giorno si è svolta una masterclass meravigliosa, tenuta da Giovanni Ceccarelli della Drinkfactory di Bologna, sul tema della sostenibilità. Nel pomeriggio abbiamo realizzato, dentro i laboratori di Estratti di Toscana, le preparazioni per i due drink che avremo poi servito nella giornata successiva. Il tutto è stato completato dalla splendida cornice di Villa Ugo a Cortona, in Toscana. Quasi tutte le botanicals del gin Sabatini vengono coltivate lì: un angolo di paradiso di una bellezza straordinaria.

Sui tuoi canali social scrivi: ”Finalmente non un secondo posto!’’.  Ti andrebbe di raccontare ai lettori di LiveMedia24 la tua precedente esperienza? 

Sono quasi dieci anni che mi trovo dietro un banco e questa non è stata la mia prima gara, Sabatini è stata la prima volta dove sono salito sul primo scalino del podio. Un’emozione indescrivibile. Ormai ho perso il conto, credo di averne fatte una quindicina e prima di essa ho sempre realizzato buoni punteggi, finendo sempre vicino al podio.

Come è nata la tua passione nei confronti del mondo del bartending e come hai mosso i primi passi verso quest’ambito? 

Diciamo che è stato un po’ per sfida. A 19 anni ho aperto un bistrò con coktail bar nella mia zona, partivamo dalle colazioni fino a notte tarda con il cocktail bar e dj-set/concerti. Al terzo barista che licenziai per mancanza di professionalità, pensai: è davvero così difficile fare un Long Island?
Inutile dire che non sapevo in cosa mi stavo cacciando. L’indomani andai in libreria e presi tutti i libri relativi all’argomento bar. Il giorno dopo mi iscrissi al mio primo corso e da lì non mi sono più fermato sia nell’ambito della formazione sia dell’acquisto compulsivo di libri riguardo la materia.

Sei stato selezionato tra i 50 migliori bartender d’Italia. Senti di aver raggiunto un obiettivo che avevi promesso a te stesso di poter realizzare? 

Credo bisogni sempre pensare: “I 50 migliori bartender secondo chi?”. Nella mia modesta opinione per poter dire di aver raggiunto una posizione all’interno di un settore ci vogliono i riconoscimenti. Non quelli ufficiali, ma quelli dati dalle persone che ti circondano. Il resto conta poco.
Detto ciò, sono molto felice dei traguardi che ho raggiunto. Sicuramente questo è dovuto, come dicevo, anche alle persone che mi circondano. Innanzitutto al gruppo del Cloakroom Cocktail Lab con cui lavoro e con cui vivo, mi hanno accolto e grazie alla volontà di ogni singolo elemento del gruppo si sta facendo un lavoro grandioso. Pieno di stimoli e obiettivi in costante evoluzione. Inoltre, devo ringraziare anche tutte le persone che ho incontrato fino a questo momento, ognuno mi ha lasciato qualcosa e l’esperienza, io credo, è un fattore fondamentale per questo mestiere come in qualsiasi altro ambito.

Pensi ci sia una dota che ti appartenga e che ti permetta di distinguerti nell’ambito del bartending? 

Sono innamorato della connessione tra la chimica del gusto ed emozioni che riesce a scatenare. È pazzesco pensare come un determinato profumo o sapore riesca a farci rivivere ricordi assopiti, come fosse appena successo. Mi piace la cucina quindi cerco di portare alcune tecniche sviluppate da degli chef nel campo della miscelazione, riuscendo a creare quel legame tra un drink squisito e un ricordo passato. Credo sia il modo migliore di fare un regalo straordinario ad un ospite: far rivivere un ricordo e, al tempo stesso, riuscire a far portare a casa un’esperienza diversa.

La tua seconda passione è la cucina: a tal proposito, hai mai conciliato l’interesse verso il tuo ambito professionale e quello da te nutrito nei confronti dell’ambito gastronomico? 

Non ho mai lavorato in una vera e propria cucina professionale, mi piace molto si e ci ho pensato varie volte. Forse un domani potrei fare uno stage per ampliare le mie tecniche ma credo che comunque una parte tanto stancante quanto meravigliosa sia il contatto con il pubblico. C’è qualcosa nell’empatia che non è tangibile in nessun altro modo se non toccandola con mano. E paradossalmente al bar, quello vero, il cocktail è l’ultima cosa che arriva.

In seguito a questo importante traguardo, i mesi successivi ti vedranno diviso tra Italia e Thailandia. Quali altri progetti hai all’orizzonte?  

Con il gruppo Cloakroom non c’è da annoiarsi di certo, i progetti sono tanti e nei prossimi mesi verrà lanciato il CloakStudios, spazio dedicato a ricerca, formazione, consulenza, sperimentazione. Insomma un laboratorio di idee dove professionisti del settore possono riunirsi avendo a disposizione un polo completamente dedicato al mondo del bartending. Questo darà sicuramente un bel da fare ma d’altro canto scegliendo questa professione ero cosciente di tutto ciò: tante ore quanta soddisfazione!

Quale consiglio puoi dare a chi vuole avvicinarsi a questa professione? 

Di essere sempre curiosi di qualsiasi cosa, sapere è potere e, in questa professione, è un consiglio validissimo. Una volta ad una fiera parlando con un barman di vecchia data mi disse, rivolgendosi ad un collega poco distante: ”Quando credi di essere arrivato in questa professione, e di sapere tutto ciò che c’è da sapere, beh, cambia mestiere.”

Sophia Di Paolo per LiveMedia24

 

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