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Andrea Roncato: “Non solo Loris Batacchi”

“Non solo Loris Batacchi” è il secondo libro che parla del vissuto artistico dell’attore Andrea Roncato, svelandoci inediti retroscena.

Un viaggio unico, un libro atteso dai tanti sostenitori di Andrea Roncato che, attraverso le parole di Antonio Santoriello, potranno approfondire i tanti aspetti della carriera di questo amatissimo attore.

Andrea ci accoglie con piacere, raccontandoci tanto altro del momento che vive, ricordando anche gli indimenticati Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.

Ti ringraziamo per aver accettato l’invito di LiveMedia24, Andrea, come ha avuto vita questo tuo secondo libro, “Non solo Loris Batacchi”? 

Questo libro nasce per regalare chicche del mio percorso lavorativo ai tanti sostenitori che, negli anni, mi hanno spesso chiesto aneddoti e quanto altro. Un vero e proprio omaggio a tutti loro e alla mia carriera. Una lunga intervista, realizzata in un susseguirsi di incontri, con Antonio Santoriello.

Tra i tanti personaggi che hai avuto modo di interpretare, quali tra questi saresti felice di riproporre al pubblico italiano? 

Tra tutti, senza dubbio, “Don Tonino”. Si tratta di un personaggio molto amato dal pubblico, indimenticato, affine, oggi, al “Don Matteo” che tutti ormai conoscono. La voglia di scoprire assassini, di risolvere casi, è la stessa che caratterizzava il mio, di prete. Ho un ricordo bellissimo di quegli anni, del periodo legato alle riprese, in particolar modo. Mio padre era un sacrestano e, da piccolo, trascorrevo le mie giornate con lui, all’interno della chiesa. Quei profumi, quei ricordi, sono ancora oggi vivi nella mia mente. Sarebbe davvero bello poter portare di nuovo in vita “Don Tonino”.

Da anni vivi nella Capitale. Quanto ti manca la tua città di origine, Bologna? 

Bologna vive nel mio cuore, nei miei pensieri. Adoro i suoi portici, sotto cui poter passeggiare tranquillamente quando piove, i suoi negozi colorati con le vetrine sempre illuminate, i suoi mille pregi. Roma mi è comoda, specie a livello lavorativo, ma Bologna non la cambierei con nessuna città al mondo.

Come ti definiresti, oggi? 

Vivo di normalità, di quello che è il mio lavoro, che amo da sempre, così come amo la mia famiglia, mia moglie, i miei animali e i miei amici, che siano noti o che non lo siano affatto. Non ho mai avuto grandi pretese, anzi. Capitava, anni fa, di entrare in un negozio e di comprare qualcosa per me. Ero felice, alla fine, soltanto dopo aver comprato la stessa identica cosa al mio autista. Non potevo esimermi dal farlo, dall’essere me stesso. La felicità è tale se condivisa con gli altri in egual misura.

Anni fa hai avuto modo di prendere parte alla seconda stagione di “Cascina Vianello”, insieme a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Che ricordo hai di loro? 

Ne conservo un ricordo molto bello, ricco di allegria, bei ricordi. Io e Gigi conoscemmo Sandra durante un nostro spettacolo teatrale. Lei era in teatro con il produttore Bibi Ballandi. Ci scelse per farle da spalla in uno spettacolo teatrale, da lì ebbe poi inizio la nostra carriera, tra televisione e quanto altro. Con Sandra e Raimondo avevamo confidenza. Nel novantasette mi chiamarono per interpretare il maresciallo ne, “Cascina Vianello”. Fu un grande onore per me. Sono stati dei grandi personaggi, delle persone abili, buone, che difficilmente dimenticheremo.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

Dal cinque maggio potrete vedermi in “Vecchie canaglie”, ad opera di Chiara Sani. Successivamente, mi vedrete in “Evelyne tra le nuvole”, della regista Anna Di Francisca.

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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