Il bosco incantato al Rifugio Cercenà in Cadore con gusto e tradizione

Per chi abita nella pianura veneta e ha voglia di una veloce toccata e fuga dolomitica suggerisco una bellissima escursione al Rifugio Cercenà. Questo non è il solito rifugio, continua a leggere per scoprire il perché.

Nella piccola e coccola Domegge è possibile intraprendere diverse escursioni abbastanza facili. Parcheggiamo la nostra auto nei pressi del campo sportivo di Domegge e imbocchiamo a piedi la strada verso il Rifugio Cercenà. In questa occasione è necessario avere con sè sia i ramponcini sia le ciaspe per poter affrontare al meglio l’escursione. Il primo tratto di strada che ci porta al di là del lago è ghiacciato e per evitare qualche scivolone meglio calzare subito i ramponcini. Qualche altro avventore ha parcheggiato nei pressi del lago così da evitare il primo chilometro dove il via vai delle auto potrebbe essere spiacevole.

Da qui inizia una salita costante fino a circa metà del percorso, il sentiero è pieno di neve e battuto poiché i gestori del rifugio hanno voluto semplificare la vita a chi decide di andare a trovarli e l’hanno comunicato nella loro pagina Facebook.

Vista sul Cadore salendo al Rifugio Cercenà

Una meravigliosa vista sul Cadore ci accompagna e, a ogni tornante, si scorgono  le Marmarole e il Monte Antelao. Il paesaggio sembra un piccolo presepe innevato che ci fa innamorare a ogni passo.

Al termine della salita (finalmente) inizia un tratto pianeggiante un po’ meno battuto per cui è meglio cambiare attrezzatura e calzare le ciaspe per non sprofondare. La neve è caduta in abbondanza e si sprofonda anche di cinquanta centimetri. Sono già passati degli sci alpinisti che hanno segnato il sentiero quindi per chi cammina è difficile mantenere un passo sicuro.

Lungo il percorso troviamo delle bellissime baitine di legno e quasi ci viene voglia di trasferirci qui, che pace!

A ogni passo una meraviglia, il bosco è così bello, solo lo scroscio dell’acqua in lontananza ci accompagna in questa giornata bianca. Il sole fa capolino tra i rami degli alberi e il cielo azzurro ci scalda.

Sono passati circa 50 minuti e ricomincia l’ultima salita più dura, il Rifugio Cercenà è a circa 25 minuti secondo il nostro gps. Rallentiamo il passo per non perdere il fiato. Arriviamo all’ultimo incrocio dove è possibile proseguire per il Rifugio Padova,che sappiamo essere chiuso, quindi giriamo a sinistra e in due minuti arriviamo a destinazione.

Ci accoglie una sorridente rifugista che si scusa per il menù di fortuna ma per non ci sono problemi, la fama di questo posto la precede. Il Rifugio Cercenà è anche un agriturismo e i gestori coltivano personalmente gli ortaggi e allevano il bestiame che poi utilizza per i piatti.

Et voilà il menù del giorno:

Tagliere di salumi e formaggi

Crema di zucca 

Tagliatelle al ragù di salsiccia

Pastin 

Formaggio

Patate saltate

Polenta

Fagioli con cipolla

Torta di mele, torta al cioccolato, yogurt con frutti di bosco

Il rifugio al suo interno ha una trentina di posti, il locale è un vero piccolo rifugio di montagna, il bagno è inagibile poiché l’acqua non è presente, una piccola stufa a legna scalda l’ambiente. E’ surreale trovare, negli ultimi anni, posti ancora così autentici.

Serve che ve lo dica? I formaggi sono super, la zuppa di zucca calda scalda il cuore e ha un sapore sublime, la torta di mele alla canapa è buonissima, non possiamo che terminare il nostro pranzo con un tris di grappe!

Torniamo per lo stesso sentiero, molto più veloci perchè in discesa. Il sole sta tramontando tra le montagne e il cielo si tinge di rosa e arancio.

E’ giunta l’ora di tornare a casa dal Cadore ma non senza i nostri consigli.

Consigli #DolomEat:

  • in montagna anche d’inverno il terreno ha diverse consistenze. E’ necessario avere l’attrezzatura adatta per ogni evenienza : ramponcini per i tratti ghiacciati, ciaspe per la neve fresca, uno scarponcino da trekking invernale impermeabile.
  • non intraprendete escursioni in montagna con i moon boot, le lunghe percorrenze e le pendenze possono portare a fare vesciche. La calzatura adatta è sempre una scarpa o scarponcino da trekking che sia invernale cioè imbottito all’interno o estivo purché impermeabile.
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