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Giovanni Santese: qualcosa di me e della mia “Algoritmo”.

Giovanni Santese ci parla del suo nuovo album "Algoritmo", un disco realizzato con il supporto di Mirko Maria Matera.

Giovanni Santese ci presenta il suo nuovo lavoro discografico, “Algoritmo”, ed annuncia le prime date del suo “Forever Vecchio Tour”.

“Algoritmo” ha avuto un processo di nascita lungo, caratterizzato dal supporto di Mirko Maria Matera. Giovanni Santese ci racconta ogni passo compiuto per arrivare a realizzarla.

Vi lasciamo, quindi, alle parole di Santese, alla sua “Algoritmo”, alle gioie che gli regala la musica.

Ti ringraziamo per aver accolto l’invito di LiveMedia24, Giovanni come procede il tuo vissuto?

Molto bene, grazie! Sono in piena attività con le cose legate al disco: concerti, singoli, video, grafiche e quanto altro. Sono, quindi, preso da tutto ciò che mi piace fare.

“Algoritmo” è il titolo del tuo ultimo singolo. Come ha preso vita e quanto c’è di te in questo nuovo lavoro?

La canzone non è stata di certo realizzata in un giorno. Il testo è stato rimaneggiato per mesi e, intanto, scrivevo altre cose, finché non gli ho dato la forma che mi ha convinto. L’arrangiamento è nato in un pomeriggio con Mirko Maria Matera, pianista e compositore col quale abbiamo curato tutti gli arrangiamenti. Avevo l’idea di portare all’assurdo la nostra dipendenza dagli algoritmi. Non è una canzone autobiografica.

In “Algoritmo” parli di un mondo completamente allo sbando, caratterizzato da regole completamente stravolte, da atteggiamenti sbagliati mascherati per buoni. È la tua reale visione di mondo quella di cui ci parli e, al contempo, come pensi debba essere la realtà di oggi?

Immagino un futuro in cui anche le azioni più terribili dell’uomo vengono giustificate dal fatto che sono solo esecuzioni di un comando, di un algoritmo. Mi auguro che questo non possa mai accadere. La canzone voleva essere un esercizio di fantasia, con velato intento critico, chiaramente. Non so come debba essere la realtà, non mi spingo a suggerire fino a tanto, posso dire che mi piacerebbe fossimo più liberi dalle macchine, in generale.

Giovanni, come ha avuto inizio il tuo cammino in musica e quali artisti hanno guidato il tuo percorso?

Ho iniziato a scrivere canzoni fin dall’adolescenza e, sin da subito, sono stato instradato dai cantautori italiani: le prime cassette ascoltate sono state quelle di De Andrè e Battisti. Poi sono venuti tutti gli altri.

Il “Forever Vecchio Tour” ha avuto inizio questo marzo e si protrarrà per tutta l’estate. Quanta emozione c’è nel ritrovare il pubblico, nell’esibirsi dal vivo?

Molta, soprattutto venendo da un periodo di “vuoto”. Sto ritrovando tutta la bellezza del suonare dal vivo, dal viaggio per arrivare nel posto, al concerto, alla cena.

Il nuovo disco sarà interamente suonato prima ancora della sua uscita, sempre in tour “Forever Vecchio”. C’è un brano a cui sei maggiormente legato e che, di certo, ti regalerà emozione nel presentarlo al pubblico?

In questo disco ce ne sono tanti ma, visto che siamo in tema, sono riconoscente verso “Algoritmo” perché mi permette di aprire i concerti in maniera rilassata. L’ho scelto come pezzo di apertura per via del suo mood liscio e per il confort in cui mi trovo nel cantarla.

Cosa ti auguri di poter concretizzare in futuro?

Voglio poter suonare in giro il più possibile e fare dischi sempre più belli.

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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