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La Germania riconsegna 14 reperti archeologici

Tra i beni recuperati  una kylix attica a figure nere risalente al 540-530 a.C. attribuita al ‘Gruppo dei piccoli maestri’.

E’ avvenuta, il giorno 5 giugno 2023, la riconsegna da parte della Germania di 14 reperti archeologici acquisiti illegalmente. La restituzione si è svolta nella sede del Reparto Operativo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Caserma “La Marmora”, a Roma.

Il sequestro e la consegna dei beni è frutto della collaborazione intercorsa tra il personale addetto alla Cooperazione Internazionale del Comando Carabinieri TPC e il BLKA di Monaco di Baviera (Germania), nonché del coordinamento intercorso tra i rispettivi Ministeri della Cultura.

I reperti archeologici recuperati. 

Tra i beni recuperati  una kylix attica a figure nere risalente al 540-530 a.C. attribuita al ‘Gruppo dei piccoli maestri’.

Il manufatto è stato individuato nel 2019 a Monaco di Baviera (Germania) dove era in vendita all’asta. La kylix è risultata essere oggetto di diniego all’uscita dal territorio nazionale da parte del Ministero della cultura italiano, ed esportata clandestinamente da un noto pregiudicato canadese.

Nel 2020, hanno bloccato a Monaco di Baviera un elmo corinzio in bronzo, risalente al IV secolo a.C., 3 monete romane in bronzo (epoca da 68 a.C. – III sec. a.C.) e un’antefissa tarantina del IV secolo a.C.

I 5 reperti, provento di recenti attività di scavo clandestino avvenute in Puglia e poi esportati illecitamente, sono stati oggetto di rivendica penale dell’autorità giudiziaria di Taranto.

Sempre nel 2020 hanno ritrovato uno scrigno in avorio e legno della bottega degli ‘Embriachi’. Il personale ha localizzato il manufatto a Monaco di Baviera (Germania) dalla Sezione Elaborazione Dati Cc Tpc, dove era in vendita presso una nota casa d’aste.

Inoltre sono stati localizzati nel 2022 sul sito web di una nota casa d’aste di Monaco di Baviera (Germania), un’olla peuceta biansata (VII-VI sec. a.C.), uno skyphos apulo in stile di Gnathia del IV sec. a.C., una coppa apula biansata in stile Gnathia, IV sec. a.C.

Il personale del Nucleo Tpc di Bologna ha individuato in Svizzera nel 2017, una moneta di Valentiniano II della zecca di Mediolanum del 378-383 d.C. Parziale provento del furto avvenuto nel 2009 ai danni del Museo Archeologico Nazionale di Parma. Un cittadino tedesco residente a Monaco di Baviera, aveva acquistato la moneta.

Il personale del Nucleo Tpc di Bologna ha localizzato nel 2018, 2 monete di Valentiniano II della zecca di Treviri del 367-375 e del 388-392, in un’asta di Monaco di Baviera.

La banca dati.

Per il recupero dei reperti è risultato fondamentale il lavoro di catalogazione e censimento delle immagini fotografiche dei beni culturali. Le ricerche confluiscono quotidianamente nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” del Ministero della cultura e gestita dai Carabinieri dell’Arte.

Si tratta del database più grande al mondo nel suo genere. Contiene oltre 1.3 milioni di files relativi a opere da ricercare, rappresenta lo strumento fondamentale per recuperare beni culturali.

fonte: Artemagazine

A cura di Serena Maddalo per LiveMedia24.

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