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“IL MORO”: VENTIDUE MINUTI DA OSCAR?

Fa incetta di premi la giovane regista Daphne Di Cinto con "Il Moro" il suo primo cortometraggio in costume.

Il Moro

Opera prima della giovane e talentuosa Daphne Di Cinto, il cortometraggio Il Moro ha già fatto incetta di premi ed è ora in lizza per gli Oscars 2024.

Pregevole per la trama che porta alla luce una vicenda sconosciuta di lotta per il potere e razzismo nella Firenze del 1530, in una città che ormai è una signoria. Apprezzabile per lo script dai toni accesi, in cui  tensione e complessità delle logiche di palazzo coinvolgono empaticamente. Dalla  regia raffinata, in un respiro cinematografico non da neofita. Soddisfa ed incuriosisce il pubblico che ha avuto la possibilità di vederlo, ha l’approvazione del mondo accademico, in particolare di storici e di storici dell’arte. “Il Moro è sensibile ed emozionante, cattura la trasformazione di un giovane uomo che diventa il primo governante nero della prima età moderna” commenta l’esperta dell’arte medicea Elizabeth Pilliod. Continua: “Il Moro è un film visivamente strutturato in modo ricco, con bellissime immagini dagli interni damascati ai ritratti inquietanti degli antenati di Alessandro. L’attore che interpreta il futuro duca assomiglia fortemente ai ritratti storici del giovane Alessandro”.

L’attore Alberto B. Malanchino accanto ad Alessandro De’Medici

I premi

Il Moro ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in diversi festival. La regista Daphne Di Cinto è stata  premiata al Cultured Focus Visionary in Film Award in occasione della 79esima Mostra del Cinema di Venezia e al Leader of Change Creativity Award ai Black Carpet Awards 2023. Il Moro è riconosciuto Miglior Cortometraggio agli Italian Black Movie Awards e al festival qualificante agli Oscars Reel Sisters Film Festival di New York.

Di seguito due articoli di stampa internazionale relativi al cortometraggio

https://www.vogue.it/news/article/daphne-di-cinto-festival-di-venezia-il-moro https://themanhattanherald.com/afro-italian-director-daphne-di-cinto-tells-the-
true- story-of-renaissances-black-duke-of-florence-il-moro-the-moor/

Sinossi

Il breve film in costume è ambientato nel 1530. Nelle prime immagini  Papa Clemente VII (De’ Medici) convoca i nipoti per decidere l’assetto politico di Firenze dopo l’esilio della sua potente famiglia. I  due giovani (entrambi figli illegittimi)  non sono pronti ad  accettare i ruoli imposti. Alessandro De’ Medici viene nominato duca di Firenze ma è perseguitato dallo stigma delle sue “umili origini”, ereditato da una madre che ricorda a malapena. Il cugino Ippolito, assetato di potere, pretende il posto che gli spetta nella città natale. Alessandro ricorda a Ippolito che “niente rimane sempre lo stesso, nemmeno il figlio di una schiava”.

 

Alessandro De’ Medici, Il Moro

Tratto da una storia vera che la regista Daphne Di Cinto, ha portato alla luce personalmente, Il Moro scopre la vicenda che vede divenire primo duca di Firenze Alessandro De’ Medici, figlio illegittimo di Papa Clemente VII, nato da una schiava di palazzo di origine africana. Primo uomo afrodiscendente ad essere capo di stato nell’Europa rinascimentale ma completamente nascosto e dimenticato dalla potente famiglia. Prima della petizione fatta al comune di Firenze, dalla stessa Di Cinto (in seguito alle sue ricerche storiche), nelle Cappelle Medicee, luogo di sepoltura dei De Medici, non c’era traccia del duca Alessandro. Nessuna tomba portava il suo nome. Il Moro ha ridato memoria e dignità al duca, tanto che la richiesta della regista Di Cinto è stata accolta dal Comune di Firenze e dal novembre scorso anche il suo nome è stato posto tra i membri della famiglia.

Una storia dimenticata

Il cortometraggio rende omaggio ad una pagina di storia dimenticata. “Nonostante  i diversi tentativi di oscurare o screditare il governo di Alessandro, le tracce della sua vita persistono, facendo emergere un lato inesplorato della cultura italiana ed europea che sicuramente merita maggiore attenzione. Mettendo Alessandro al centro della storia, Il Moro è fonte di ispirazione, legittimizzazione e rappresentazione sia per le comunità Afro-Italiane, Afro-Europee e per la diaspora africana nel mondo, così come per un pubblico più ampio che, volente o nolente, condivide la propria storia con questo personaggio di rilievo”, dichiara la regista.

Per la produttrice Yasmine Holness Dove: “Il Moro non è un film sul razzismo o sull’essere neri, bensì sull’appartenenza, l’identità, la storia di formazione di un leader. Si tratta di prendere le redini delle proprie circostanze, a prescindere da quanto siano scomode o sgradevoli. Questi sono temi universali che riguardano la maggioranza delle persone e sicuramente anche problematiche che il primo duca di Firenze avrà dovuto affrontare.”

Il cast

Il Moro vede protagonisti un cast di attori scelti con sapiente intuizione cinematografica. Alberto Boubakar Malanchino (Summertime, Guida astrologica per cuori infranti) di grande somiglianza con  Il Moro, è il fragile e combattuto  Alessandro. A Paolo Sassanelli (Un medico in famiglia, L’Ispettore Coliandro), spetta il compito di rappresentare Papa Clemente VII. L’espressione profonda di Andrea Melis si addice al ruolo dello spietato Ippolito.

Andrea Melis nel ruolo di Ippolito De’ Medici

Sognando l’ Oscar

Giorni cruciali per Il Moro.  Tra il 14 e il 18 dicembre L’Academy seleziona i film che concorreranno al prestigioso premio, mentre il 21 si conoscerà l’esito del voto. Dunque grande trepidazione e speranza per la giovane Daphne Di Cinto, attrice nella serie Netflix Bridgerton nel personaggio di  Sarah Basset di Hastings. Ora regista esordiente di talento, come dimostrano i numerosi riconoscimenti ottenuti in molti festival cinematografici. Nei mesi scorsi, la regista, in un lungo tour, ha presentato  il cortometraggio in  varie prestigiose università statunitensi raccogliendo interesse e sostegno. Essere compresa nella categoria Live Action degli Oscar coronerebbe davvero un sogno e forse renderebbe possibile trasformare il ricco materiale storico inedito in una promettente serie TV.

Emma Borella per LiveMedia24

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