Mumford & Sons – Arena di Verona – 7 Luglio 2025

A 10 anni dal loro storico successo all'Arena di Verona, i Mumford & Sons si sono ripresi la prestigiosa venue Scaligera con l'ennesimo sold-out.

I Mumford & Sons, l’iconica indie/folk band Inglese torna dopo 10 anni all’Arena di Verona per un’unico concerto estivo in Italia, e come allora l’anfiteatro è nuovamente sold-out.

Marcus Mumford e la sua band con oltre dure ore di concerto hanno trascinato i 12000 spettatori dell’Arena di Verona in un evento che spicca nel cartellone extra-lirica dell’estate 2025.

Il palcoscenico dell’Arena di Verona, nel corso degli anni, è stato calcato dai GOAT della musica pop-rock immortalando momenti epici di musica. Tra uno di questi entrerà di diritto il concerto-evento che i Mumford & Sons hanno portato in scena il 7 luglio, a distanza esatta di 10 anni dal loro primo live in Arena.

Il palco è volutamente “semplice”, nessun ledwall, nessuna scenografia posteriore, anche se il palco del tour estivo del 2025 lo prevederebbe. Probabilmente si tratta di una scelta voluta e ponderata per rendere esaltare ancor pià la bellezza della venue scaligera e la conferma che l’Arena è più di un semplice palcoscenico la da direttamernte Marcus Mumford, quando rompe il silenzio pronunciando la frase “We love this place” che semplicisticamente può essere tradotta con “Noi amiamo questo luogo”… E a “rincarare” la dose arriva la seconda parte del suo breve saluto “Non vogliamo più stare lontano da voi per così tanto tempo… E’ una promessa”.

Il concerto inizia con “Rushmere”  brano potente e graffiante, seguito dalla più riflessiva “Little Lion Man”. Bastano due brani per far scattare il piedi tutto il pubblico dell’Arena. Seguiranno poi “Caroline” e “Babel” . Mumford è compagni “sentono” l’Arena, la vogliono abbracciare, prima salgono (di corsa) fin sul gradone più alto dell’anfiteatro, per spostarsi poi sul palco d’onore dove intonano “Ditmas” e “Cave”. Il concerto si chiude con “I will wait”, un messaggio che pare quasi lanciato alla pioggia che benchè abbia minacciato per tutta la serata Verona, alla fine l’ha graziata ed ha atteso il defluire del pubblico prima di scendere.

La scaletta completa del concerto dei Mumford & Sons all’Arena di Verona.
  • Rushmere
  • Little Lion Man
  • Caroline
  • White Blank Page
  • Lover of the light
  • Ghosts
  • Awake my soul
  • Hopeless Wanderer
  • Believe
  • Icarus
  • Truth
  • Ditmas
  • Cave
  • Dust Bowl
  • Timshel
  • Reminder
  • Malibu
  • Delta
  • Wolf
  • I Will Wait
Breve biografia.

I Mumford & Sons sono una band britannica formatasi nel 2007 a Londra, nota per aver rivitalizzato la musica folk rock nel panorama musicale mondiale del XXI secolo. Il gruppo è composto da Marcus Mumford (voce principale, chitarra, batteria), Ben Lovett (tastiere, fisarmonica, voce), Ted Dwane (basso, contrabbasso, voce) e Winston Marshall (banjo, chitarra, voce), quest’ultimo rimasto nel gruppo fino al 2021. La loro musica unisce elementi tradizionali del folk e del bluegrass con l’energia del rock contemporaneo, ottenendo un successo globale già con il loro album di debutto.

La band nasce nell’ambito della scena folk londinese, un movimento culturale che ruotava attorno a piccoli locali e serate open mic. Marcus Mumford, figlio di due pastori evangelici, porta nella band un forte senso lirico, spirituale e narrativo. Il nome della band riflette in parte il ruolo centrale di Mumford, ma nasce anche per evocare un senso di artigianato e tradizione familiare, in linea con lo stile folk a cui aspiravano.

Il loro album di debutto, Sigh No More (2009), ottiene un successo sorprendente, trainato da brani come “Little Lion Man” e “The Cave”. Con testi intensi, armonie vocali e strumenti acustici come banjo e contrabbasso, l’album raggiunge rapidamente il successo commerciale e di critica, arrivando in vetta alle classifiche in Regno Unito e Stati Uniti. La loro capacità di combinare emotività, intensità e musicalità ha conquistato un pubblico vasto e variegato.

Nel 2012 la band pubblica Babel, che conferma e supera il successo del primo album. Il disco vince il Grammy Award per “Album of the Year” nel 2013 e include singoli come “I Will Wait” e “Lover of the Light”. In Babel, i Mumford & Sons affinano la loro formula sonora, pur mantenendo l’approccio passionale e poetico che li ha resi celebri.

Con il terzo album Wilder Mind (2015), la band compie una svolta stilistica significativa, abbandonando gli strumenti folk tradizionali in favore di un sound più elettrico e rock. L’album, prodotto da James Ford, segna una fase di sperimentazione e maturità artistica, ricevendo reazioni contrastanti dalla critica ma dimostrando il desiderio del gruppo di evolversi.

Nel 2018, i Mumford & Sons pubblicano Delta, un album che fonde folk, elettronica e pop in modo ambizioso e atmosferico. Il disco esplora tematiche di perdita, amore e spiritualità, e riflette il percorso personale e artistico dei membri del gruppo, sempre più influenzato da esperienze di vita e cambiamenti individuali.

Nel 2021, Winston Marshall lascia la band dopo una controversia legata a dichiarazioni pubbliche, aprendo una nuova fase nella storia del gruppo. Marcus Mumford ha poi intrapreso anche una carriera solista, pubblicando l’album Self-Titlednel 2022.

Il nuovo disco Rushmere.

Uscito il 28 marzo 2025, Rushmere segna il quinto album in studio dei Mumford & Sons, a quasi sette anni di distanza dal precedente Delta, il divario più lungo finora nella loro discografia. Il disco è il primo realizzato dalla band nella formazione a trio, dopo l’uscita del banjoista Winston Marshall nel 2021.

Il titolo si riferisce a uno stagno a Wimbledon Common, vicino a Londra, dove Marcus Mumford, Ted Dwane e Ben Lovett si ritrovavano da giovani e cominciarono a suonare insieme. Il nome diventa un simbolo di ritorno alle radici, un luogo fisico ed emotivo che incarna l’inizio della loro avventura musicale.

Rushmere è stato registrato tra il 2022 e il 2024 presso gli RCA Studio di Nashville e presso lo Studio Savannah in Georgia, mentre una piccola parte per lo più nelle prime fasi embrionali del disco, è stata registrata presso lo studio personale della band.

A produrre l’album è stato il rinomato Dave Cobb, noto per il suo lavoro con artisti country, Americana e folk-rock. La band stessa ha partecipato alla produzione, rendendo il fuoco della creatività ancora più vivo e intimo .

Sound e tematiche.

Dopo le sperimentazioni elettroniche di Delta, questo album rappresenta un deciso ritorno al folk-rock classico della band, con strumenti acustici come banjo, contrabbasso, banjo e chitarra sul piano centrale. Le sonorità respirano un’atmosfera folk americana, spesso malinconica e riflessiva .

  • “Malibu”, traccia d’apertura: parte con percussioni attenuate e chitarra acustica, per poi erompere in un ritornello pieno d’energia, banjo e armonie vocali. Esplora emozioni di dubbio, debolezza, amore e rinascita di uno “spirito” interiore .

  • “Rushmere”, title track: un inno nostalgico che riflette sul passato, sulla libertà e sul desiderio di ritornare all’innocenza della gioventù (“Don’t you miss the breathlessness, the wildness in the eye?”

  • “Truth”: un blues-rock dal riff graffiante, con una vocalità cruda e testi intensi e introspettivi.

  • Ballate come “Monochrome”, “Anchor” e “Carry On” accompagnano con delicatezza, grazie a chitarre finger-picked e piano, riflettendo sul tema della crescita, confessione e spiritualità, talvolta drammaticamente descritte.

Testi che meditano su temi come verità, ipocrisia, fede e redenzione si intrecciano a melodie avvolgenti, creando un’esperienza emozionale intensa e raccolta.

Il concerto dell’Arena di Verona è stato un prestigioso preludio alle 2 date autunnali indoor che andranno in scena:

  • 19 Novembre: Unipol Arena (Bologna)
  • 21 Novembre: Mediolanum Forum (Milano)

I biglietti sono disponibili su Ticketone e nelle rivendite abituali.

Articolo e foto di Roberto Tommasini per LiveMedia24

 

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