Fiorenza D’Alessandro ci parla del Festival Dancescreen in The Land

Incontriamo Fiorenza D'Alessandro per approfondire la conoscenza del suo Dancescreen in The Land, il festival che unisce danza, cinema e arti visive.

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Fiorenza D’Alessandro, ideatrice del festival Dancescreen in The Land, ci parla della sua idea, del modo in cui ha unito danza, cinema e arti visive.

Un festival come pochi, davvero raro, vissuto da chi ha sempre più passioni.

Vi lasciamo a questa nostra intervista, alle parole di Fiorenza D’Alessandro.

La ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Fiorenza. Quali anticipazioni sono legate al suo Festival, Dancescreen in the Land, che ha luogo da agosto fino a metà ottobre, a Roma?

Quest’anno il festival è stato arricchito da nuove produzioni che hanno unito danza, cinema e arti visive, con coreografi internazionali accanto a giovani talenti italiani. Tra le grandi novità, l’ampliamento del dialogo con i luoghi: dalla natura al sito archeologico Unesco alle architetture contemporanee.

Ogni spazio diventa parte integrante della creazione. Abbiamo lavorato molto per dare un filo conduttore a tutto il festival con nuove collaborazioni che stanno rendendo questa edizione ancora più aperta e dinamica, con prime assolute e progetti che mettono al centro il rapporto tra corpo, immagine e paesaggio. Un ponte che unisce le radici del passato e il futuro dei giovani nella danza.

Cosa le regala, ad oggi, questo festival, quali sensazioni da parte di coloro che hanno modo di prenderne parte?

Dancescreen mi regala la gioia di vedere persone trasformate dall’esperienza: spettatori che escono dalle serate con uno sguardo nuovo, artisti che raccontano di aver trovato ispirazione unica nei luoghi che li hanno ospitati. È una sensazione di condivisione profonda: la danza non è più solo spettacolo, ma diventa un momento di incontro, di emozione collettiva e di riscoperta del nostro patrimonio culturale.

Come ha preso vita il festival, a suo tempo, quali intuizioni l’hanno guidata?

Il festival è nato dalla passione per la danza, le arti visive e la video danza. Da qui l’idea di unire danza e cinema fuori dai luoghi tradizionali, portandoli a dialogare con la natura e con i siti archeologici. Tutto ha preso forma nel 2022, con il bicentenario di Antonio Canova.

Origine della nostra associazione CANOVA22, nella sede espositiva che era l’antica Fornace del grande artista, con l’idea di offrire al pubblico un’esperienza immersiva, dove lo spazio stesso influenza la creazione artistica. È un progetto che si è sviluppato nel tempo, crescendo grazie al contributo degli artisti e al sostegno delle istituzioni, del Ministero della Cultura, Spettacolo dal Vivo, ma che resta fedele a quella visione originaria: creare un ponte tra linguaggi e comunità.

Un invito da rivolgere ai nostri lettori, a chi non ha ancora avuto modo di recarsi a Roma per il festival?

Invito tutti a venire a scoprire Dancescreen in the Land, specie perché non è soltanto un festival di danza, è un viaggio sensoriale tra arte, gesto e immagini. Chi partecipa vive un’esperienza che resta impressa, perché la danza contemporanea in dialogo con la storia tocca corde profonde.

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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