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Roberto Benatti: ho sempre piu voglia di approfondire il mio amore per la musica

Artista poliedrico come pochi, Roberto Benatti è ora alle prese con "Il Don Carlo di Giuseppe Verdi" un progetto di cui ce ne parla a fondo in questa intervista.

LiveMedia24 accoglie Roberto Benatti, musicista, cantautore e contrabbassista, alle prese con “Il Don Carlo di Giuseppe Verdi” alla Scala.

Da sempre appassionato di musica, Roberto Benatti ci regala un’intervista unica, come lo è l’amore che nutre per questo mestiere.

Vi lasciamo a questa intervista a Roberto Benatti, e al racconto de “Il Don Carlo di Giuseppe Verdi”.

Ti ringraziamo per aver accolto l’invito di LiveMedia24, Roberto, come procede il tuo vissuto?

Il mio quotidiano procede bene e con il desiderio di approfondire sempre più i progetti musicali per cui prendo spunto da vari ascolti e letture. Ad esempio, recentemente ho letto un grande classico, “Il paesaggio sonoro”, di Raymond Murray Schafer, una vera fonte di ispirazione. Sto cercando di carpire ogni suono che possa rappresentare qualcosa di significativo. Mai come in questa fase, sono desideroso di approfondire la mia conoscenza del mondo sonoro.

Raccontaci di come ha preso vita quella che hai definito l’opera dark del Teatro alla Scala, il “Don Carlo di Giuseppe Verdi”?

Come per tutte le prime scaligere, il lavoro sul Don Carlo è stato particolarmente lungo e faticoso, anche per la durata dell’opera, ben quattro ore. Per noi contrabbassi, inoltre, il Don Carlo rappresenta un’opera di grande impegno, perché Verdi, in questo capolavoro, ci ha spesso attribuito l’insolito ruolo di protagonisti nell’orchestra. Per quanto riguarda il mio video nelle situazioni di contrabbasso, devo dire che proprio quest’opera è stata decisiva nel farmi pensare al progetto. Quando ho girato la puntata ero particolarmente motivato e, più che negli altri video, sono contento anche di come ho suonato, cosa che non mi capita molto spesso!

Hai esordito lo scorso ottobre con “Aspettando Ribot”, un album a cui tieni molto, che ha raggiunto buoni consensi. Come ha avuto inizio questo tuo percorso musicale e quali miti lo hanno guidato, Roberto?

Il mio percorso di cantautore ha radici negli anni dell’adolescenza. Il mio scrivere e cantare canzoni così tardi è dovuto al fatto che da pochi anni è entrata nella mia vita la mia compagna, Silvia Foti, decisiva nello sbloccarmi col canto. Silvia canta benissimo e mi ha sostanzialmente “inventato” come cantante tirando fuori il meglio delle mie potenzialità vocali. È un percorso che sto ancora sviluppando e questo è molto, molto entusiasmante e mi dà una forte carica per sviluppare il mio progetto. I miti che mi hanno guidato, sarà banale ma è la verità, sono i grandi scrittori di canzoni che ascolto da sempre e che continuo ad ascoltare: Georges Brassens, Fabrizio De André e Bob Dylan.

Da vent’anni sei parte dell’orchestra della Scala ma come si è sviluppato questo tuo ulteriore percorso negli anni?

Si è sviluppato attraverso il continuo ascolto di autori di canzoni, sia classici che contemporanei, e non smettendo mai di suonare la chitarra. Quando mi sono deciso a provare a entrare in prima persona nel mondo della canzone avevo già un background che mi ha permesso di dare libero sfogo al mio desiderio di esprimermi attraverso la scrittura musicale.

Hai prestato la tua musica, il tuo sapere, anche in alcuni spettacoli teatrali legati a De André. Che ricordo hai di tali esperienze?

Le ricordo come esperienze molto intense; in particolare non posso dimenticare una serata nella quale abbiamo portato in scena uno spettacolo sulla Buona Novella. In quei giorni avevano diagnosticato una tremenda malattia ad una persona a me cara ma, nonostante questo, decidemmo di portare avanti le prove e la serata fu davvero un’esperienza di vita.

Cosa vorresti poter realizzare in futuro?

Vorrei poter continuare a scrivere canzoni con la stessa spontaneità con la quale ho scritto quelle di questo primo disco, senza farmi condizionare troppo dalle aspettative degli altri, dai consensi o dalle stroncature. Vorrei che la canzone continuasse ad essere per me un’esperienza totalmente sincera.

Dove potremo ascoltarti dal vivo prossimamente?

A marzo, a Merate, io e il mio grande amico Sebastiano De Gennaro presenteremo il nostro nuovo progetto di musica contemporanea, il Micro Collettivo Pisolini. Tengo moltissimo a quella data e credo che sarà una serata interessante, come ogni cosa che ha a che fare con quel grande poeta che è Seba!

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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