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La firma di Leonardo da Vinci diventa un marchio registrato

Non si tratta di una semplice firma. E' un’affermazione, scritta di suo pugno, della propria identità e della propria individualità.

La Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano e la IBC di Lugano hanno siglato una partnership per portare i disegni e la firma autentica di Leonardo Da Vinci in tutto il mondo. Effettivamente Leonardo può essere considerato il primo designer italiano in assoluto, da sempre in anticipo sui tempi.

Non si tratta di una semplice firma. “Io Leonardo” si presenta  – spiega Mons. Francesco Braschi, Viceprefetto e Dottore della Biblioteca Ambrosiana – piuttosto come un’affermazione, scritta di suo pugno, della propria identità e della propria individualità”.

“I disegni di Leonardo – evidenzia Elisabetta Treggiari, CEO di IBC Lugano – sono delle vere e proprie opere d’arte e la sua firma stessa è un’opera d’arte, un disegno, una linea fluida, moderna ed elegante, un segno di autentico design. Sarà un elemento prezioso per le aziende che sapranno leggere e interpretare questa espressione di Leonardo per caratterizzare e rendere uniche le loro collezioni. E’ incredibile anche la modernità del design che si evince in una firma del 1478”.

Il marchio.

La concessione in licenza del segno “Io Leonardo” autorizza la realizzazione di collezioni ispirate a Leonardo, al suo stile e genio, rendendole preziose, uniche ed esclusive.

Il marchio potrà essere usato solo previa autorizzazione della Biblioteca Ambrosiana e – spiega una nota “solo per realizzare oggetti di indubbio prestigio e bellezza, che siano manifesto ed espressione della grandezza di Leonardo”.

Le aziende licenziatarie avranno a disposizione non solo la cifra “Io Leonardo”, ma anche l’ispirazione dei disegni originali di Leonardo: oggetti, invenzioni, macchine, disegni di progetti e poi i disegni dei 60 solidi matematici del De Divina Proportione e i famosi nodi vinciani, i giochi di linee che si intrecciano senza fine e che sono il simbolo oggi dell’amore eterno e dell’infinito.

È la prima volta che un museo decide di registrare un’opera o una parte di un’opera in questo caso, per salvaguardare il suo patrimonio artistico, manifestando la volontà di diffonderlo, ma anche di difenderlo da chi vorrebbe sfruttarlo in modo non consono.

In questo senso la Biblioteca Ambrosiana si dimostra, ancora una volta come fin dal 1607, all’avanguardia nel divulgare e promuovere la cultura con tutti gli strumenti disponibili del suo tempo.

Fonte: Artemagazine.

A cura di Serena Maddalo per LiveMedia24.

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