Fuori “Gradi di libertà” il nuovo EP di Marcos

Marcos ci presenta oggi "Gradi di libertà" il suo nuovo EP caratterizzato, per la prima volta nelle sue produzioni, da decise influenze rock.

LiveMedia24 incontra Marcos con il suo EP “Gradi di libertà”, un lavoro caratterizzato da influenze rock, un qualcosa di nuovo per il cantante italo-brasiliano.

Un artista, Marcos, che ha saputo incontrare vari generi durante il suo percorso e che ha saputo far tesoro delle esperienze vissute.

Vi lasciamo a questa sua intervista, alle sensazioni che accompagnano i suoi “Gradi di libertà”.

Marco, ti ringraziamo per aver accolto l’invito di LiveMedia24. “Gradi di libertà” è il titolo del tuo nuovo EP, un nuovo inizio, un insieme di cose per cui nutri interesse. Come si è sviluppato questo progetto?

Grazie a voi! Questo progetto non è altro che la prosecuzione naturale di quello che ho da sempre fatto, scrivere canzoni. La novità, se vogliamo, risiede nel fatto che mi occupo dei testi oltre che delle musiche. Non è proprio una novità visto che nella mia prima band già lo facevo ma, da almeno una decina di anni, i pensieri che venivano scritti rimanevano nel cassetto. 

Parli anche di alcuni vincoli, di una contrapposizione tra la tua nuova carriera da artista e la precedente in cui eri parte di una band. Quanto è cambiato da allora e quali consapevolezze hai raggiunto?

Nel concetto di “Gradi di libertà” i ‘vincoli’ sono un tassello essenziale per poter parlare di libertà stessa. Con essi si chiudono alcune strade, lasciando spazio ad altri percorsi. I vincoli raccontano di noi, sono il nostro carattere, le nostre aspirazioni, paure e quant’altro ci possa condizionare nella scelta del nostro percorso. Va da sé che, più consapevolezza di te stesso avrai, più autentiche saranno le strade che ti si porranno di fronte. Internamente non mi sento troppo diverso da quando suonavo nelle band, ho sempre avuto una certa fermezza ed equilibrio nel sapere di essere sulla strada giusta facendo musica. Quello che cambia è il contesto attorno, le conoscenze tecniche, lo stile artistico che evolve man mano. Si tratta solo di evoluzione, senza soluzione di continuità.

Chi è Marcos e come si è sviluppata questa tua forte passione per la musica?

Sono un quarantenne che ha sempre seguito il suo intuito, selezionando i compromessi e tenendo centrale il ruolo della musica nella mia vita. Questa passione nasce a casa di mia nonna, quel giorno in cui vidi mio zio suonare la sua Stratocaster e ne rimasi fulminato. Oggi suono quella stessa chitarra.

Quali artisti hanno guidato il tuo percorso artistico e con chi di essi vorresti poter realizzare un duetto o scrivere un pezzo, in futuro?

Uno dei pochi artisti che raramente mi delude è Manuel Agnelli, forse anche Morgan, ma non posso dire che mi abbiano guidato artisticamente. Ci sono troppi bravi artisti che potrebbero avermi in qualche modo influenzato, a volte addirittura parlo di singole canzoni. I duetti li farei con gente molto distante dal mio stile musicale, mi piace che si mescolino varie forme di musica.

Hai avuto modo di condividere il palco con artisti come: Paolo Benvegnù, Niccolò Fabi, Iosonouncane e non solo. Quali sensazioni ti ha lasciato addosso la possibilità di poter essere sullo stesso palco con loro, quali emozioni?

Assaporare palchi con artisti di questo livello, ti permette di imparare tanto sopratutto a livello di gestione emotiva, davanti a molte persone. L’importante è essere un tutt’uno con la propria musica mentre si suona, essere reali, non cercare di fare musica per apparire, ma perché sai che quella è la cosa che faresti a prescindere, la rispetti e la nutri durante tutta la vita. Questo è il succo che mi rimane sia da una mia auto-analisi, diciamo così, che osservando i big con cui ho suonato.

Cosa puoi anticiparci sui tuoi prossimi progetti?

Sto scrivendo i brani che usciranno per il secondo disco. Sarà un lavoro che parlerà dell’equilibrio e le sue diverse forme.

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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