A Roma ritorna il festival Anomalie

Ritorna la diciannovesima edizione di Anomalie, il festival internazionale di nuovo circo contemporaneo, previsto a Roma dal 30 agosto al 15 settembre.

Dal 30 agosto al 15 settembre il festival Anomalie fa il suo ritorno a Roma, in Largo Mengaroni, a Tor Bella Monaca.

Un ritorno atteso, quello di Anomalie, la sperimentazione in periferia, giunto alla sua diciannovesima edizione. Si tratta di un festival internazionale d’arte circense contemporanea.

Un ritorno atteso quello di Anomalie, la sperimentazione in periferia, alla sua diciannovesima edizione, voluto dal Kollatino Underground, e sostenuto dal ministero della cultura.

Il ritorno del festival è previsto dal 30 agosto al 15 settembre e sarà caratterizzato da situazioni acrobatiche del circo, ostinato da pratiche comunitarie. 

A comporre il tutto, 32 spettacoli, per questa diciannovesima edizione, con 22 compagnie presenti, una presenza femminile molto forte, tanti artisti internazionali, creazioni nuove e debutti assoluti. Tra i tanti, cinque anteprime nazionali, due prime regionali, una internazionale.

Tra gli artisti presenti: Piero Ricciardi, Circo Bipolar, If Circus, Circo el Grito, Collettivo Clown, Collettivo Flaan, Scorza, Gioia Santini, Compagnia Circo Madera e tanti altri.

Leggera e stratificata l’architettura che va ad alternare spettacoli intimità, installativi, a momenti di visione collettiva. Si spazia dal teatro aereo ai clown, per poi passare alle discipline acrobatiche, all’antipodismo, fino al canto lirico.

Si tende a portare il nuovo circo contemporaneo nelle periferie romane trasformando i luoghi marginali in veri e propri centri di produzione culturale. Il tutto, laboratori compresi, sarà raccontato tramite riprese video, podcast e social. Un festival che negli anni è cresciuto, ha preso sempre più forma e direzione.

La direzione artistica è a cura di Chiara Crupi e Nicola Danesi de Luca, da sempre ideatori del progetto. Dichiarano: “L’anomalia è sempre più necessaria in un tempo che tende all’omologazione. Il circo, con la sua capacità di parlare a tutte senza parlare, è il linguaggio più adatto per rigenerare lo spazio pubblico e sperimentare formati, poetiche e processi che nascono da relazioni vere con il territorio e con gli artisti.”

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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