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Kreky & The Asteroids ci presentano il loro nuovo album “Banner Blindness”

Kreky & The Asteroids ci presentano un album del tutto nuovo, “Banner Blindness”. Le sonorità che vi appartengono hanno subito le influenze di artisti del calibro di Roberto Angelini e Carmelo Pipitone (Marta sui Tubi).

Un vero e proprio atto di fede, la musica dei Kreky & The Asteroids. Un titolo che spiega il legame tra i brani e il loro linguaggio legato alla cecità selettiva.

Un gruppo, i Kreky & The Asteroids, che oggi abbiamo il piacere di incontrare per toglierci qualche curiosità in più.

Benvenuti su LiveMedia24, cosa potete anticiparci sul vostro album, “Banner Blindness”?

Grazie a voi per averci ospitati. Cosa possiamo anticiparvi? Per prima cosa, si tratta di un album che si ascolta molto facilmente e non stanca. Lo dico da ascoltatore esigente e intollerante, soprattutto nei “nostri confronti”. L’autocritica prima di tutto. Inoltre, non importa da quale genere venga l’ascoltatore, perché le tracce vanno dal cantautorato (Agreement o Arpeggio) alla cassa dritta tipo The Killers (Moonless Sky è un esempio) con assoli anni ‘80, oppure dall’armonia ricercata (Average) a ondate di quasi punk (Hymn e No Apologies). Addirittura spunti di black music misti alla Dave Matthews Band su Mistakes. Insomma, è un album molto vario ma omogeneo.

Un lavoro che vanta collaborazioni importanti, da Roberto Angelini a Carmelo Pipitone (Marta sui Tubi). Come si è sviluppato il tutto?

Abbiamo avuto modo di conoscere Angelini a Roma, dopo aver ascoltato Carmelo suonare al Marmo. Successivamente, abbiamo chiesto ad un amico in comune di metterci in contatto con lui e gli abbiamo fatto ascoltare il brano. Ne è venuto fuori un lavoro bluegrass, in cui vi è racchiuso un assolo eccezionale, impreziosito dalle viole e dal violino del maestro Claudio Capponi. Con Carmelo, invece, è andata diversamente. Gli siamo stati dietro per anni, dagli albori dei Marta sui Tubi. Da quando abbiamo avuto modo di conoscerlo in maniera più approfondita, possiamo dire che, oltre ad essere un genio, è anche una splendida persona. È curioso che questi artisti rinomati e stimati, siano anche delle persone così semplici e umili, al contrario di tanti altri senza né arte né parte.

Come ha avuto origine il vostro gruppo e chi sono, fondamentalmente, i Kreky & The Asteroids?

Dopo lo scioglimento della band precedente, abbiamo arruolato Luca Martino, attualmente leader dei The Old Skull, con cui avevo collaborato precedentemente ad un progetto acustico. Il passo successivo è stato quello di “incastrare” Jimmy Bax (componente de La Bocca Della Verità e degli Inferno Sci-Fi Grind’n’Roll). In ultimo, abbiamo convinto Valentino Cervini (chitarrista, produttore e compositore). In sostituzione del primo bassista, abbiamo arruolato Daniele Failla, già cantante e chitarrista dei Domovoi.

Chi ha contribuito ad influenzare il vostro percorso artistico?

Abbiamo tutti influenze diverse. Per dirne una, dove io sento di dover mettere un synth, Jimmy avverte un hammond, o viceversa. Ci dicono, sempre più spesso, che alcune tracce ricordano Jeff Buckley. Un grande onore per tutti noi.

Con quali altri artisti vi piacerebbe poter realizzare dei duetti, un domani?

Domanda difficile. Proveniamo da collaborazioni di un certo spessore. Roberto Angelini e Carmelo Pipitone sono due fuoriclasse. In particolare, con Carmelo, l’idea di collaborarci ha realizzato un sogno, “da fan”. In futuro vorremmo poter realizzare collaborazioni importanti a livello internazionale, ma dobbiamo trovare il giusto coraggio per metterle in pratica.

Quanto pensate sia cambiato il modo di fare musica negli ultimi anni?

Siamo una band piuttosto “analogica”. Non ci piace del tutto ciò che ci circonda. Al contempo siamo ottimisti. Non è il modo di fare musica, a nostro avviso, ad essere cambiato. A cambiare, oggi, è l’offerta sul piatto che ci forniscono le radio, la tv, i media in generale.

Cosa bolle in pentola per il futuro?

Come band, non sappiamo. Singolarmente o relativamente al gruppo, tante cose belle. Ci auguriamo di poter tornare ai live in estate e di poter pubblicare altro.

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