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La storia dei Genesis e il live di Steve Hackett al MusaArt di Firenze il 25 luglio 2022

Una formazione stellare ha accompagnato il mitico Steve Hackett sul palco del MusArt di Firenze.

Possiamo proprio dire che, parlando di eredità musicale personale, il sottoscritto essendo il 5 di 6 fratelli di cui il maggiore è nato nel 1956, la musica nei suoi migliori periodi e produzioni sia passata nei vinili e concerti vissuti da tutta la famiglia. Si, possedendo e avendo fatto girare tanti bei “piattelloni neri” su giradischi di ogni marca, i miei muscoli stapediali delle mie orecchie anno fatto sempre una buona ginnastica a base di rock e tanti altri generi musicali di ogni periodo storico. Tra questi ci sono stati alcuni vinili dei Genesis, quelli con Peter Gabriel e poi con Phil Collins, quindi, anche le chitarre di Steve Hackett sono passate dalle mie orecchie di ragazzino.

Nel concerto di Firenze, la formazione era davvero straordinaria e diversa da altre esibizioni di Steve Hackett. Infatti il batterista questa volta era mitico Craig Bundell, con Jonas Reingold al basso e alle bellissime doppie chitarre+basso e 12 corde, il tastierista Roger King e il poli-strumentista Lob Tossendo.

La set-list ha attraversato i brani tratti da “Seconds out” e poi alcuni pezzi di Steve Hackett. La voce sul palco è stata affidata al carismatico Nad Sylvan, appena uscito da una scena di un film degli anni ’70, con tanto di folta chioma (nonostante i suoi 63 anni!) la stupenda voce e eterea presenza. Anche Nad ha all’attivo una numerosa discografia. L’apparizione, al primo e all’ultimo brano di Amanda Lehmann chitarrista nei tour di Hackett dal 2009, ha dato vece e forte presenza femminile al palco.

Lo spettacolo è stato molto intenso, nonostante le pause di Steve, che ogni tanto doveva utilizzare lo sgabello, per riposare i suoi onorevoli 72 anni di carriera, sei dei quali tra il 1971 e 1977 con i Genesis, poi ritrovati negli anni 80 e fino al 2003.

La sua personale discografia era cominciata con due band proto/prog-rock e anche con il fratello flautista. Si anche Steve ha origini basate sullo studio di musica classica. In capo ai suoi 24 album da solista, ai 13 in live, i 14 con i Genesis e molte altre stampe e decine di collaborazioni, tra cui anche la nostra PFM.

Steve Hackett non ha perso il suo tocco, anzi, sono anni che è in tour e se se deve appoggiare ad un panchetto ogni tanto, che faccia pure. In due momenti il volume del concerto si è alzato fuori misura, facendo vibrare senza motivo apparente, le casse toraciche della platea centrale, ma c’è stato qualcuno a cui è piaciuto.

Il palco del MusArt 2022 è stato attraversato da Ned Sylvan molte volte, che entrava e usciva dalle quinte ogni volta che Steve Hackett avanzava con i suoi granitici assoli. Sono stati eseguiti degli assoli da tutta la formazione, probabilmente la parte più impressionante è stata, quella di Craig alla batteria.

Avendo visto recentemente un altro guru delle bacchette (Gavin Harridon al Viper Theatre, sempre a Firenze) mi sono accorto che anche Craig utilizza la serie di mini-piatti per arricchire i fill e alcune parti dei pezzi in scaletta, se non fosse per la differenza d’età, chissà quale risultato avrebbe dato in una drums-battle con Phil Collins!

Luci e fumo sul palco, una ottima programmazione delle scene, nei primi brani molto più statici, movimentate e riempite egregiamente, nella seconda parte del concerto. Un sold-out previsto, e una platea abbastanza tranquilla e piena di Senior.

Steve Hackett by Luca Brunetti

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