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Manifesto Fest, torna per la sua sesta edizione e si firma Ipogeo

Manifesto Fest torna per la sua sesta edizione e si firma Ipogeo. Da giovedì 10 a sabato 12 novembre al Monk e ad EXP di Palazzo delle Esposizioni a Roma.

Se l’ipogeo è una costruzione sotterranea realizzata dall’uomo, non è un caso che questa sia la parola scelta come titolo quest’anno. Manifesto Fest torna per la sua sesta edizione e si firma Ipogeo. Da giovedì 10 a sabato 12 novembre al Monk e ad EXP di Palazzo delle Esposizioni a Roma emergono dal sottosuolo mondi sotterranei. Per esplorare la persistenza di rovine nascoste.

Si abbattono barriere geografiche e di genere, si riportano alla luce le proposte più innovative del suono elettronico connettendo presente e futuro, radici e prospettive. Si scava alla ricerca della migliore avanguardia, a caccia di contaminazioni sonore e visive. Il festival torna alla sua forma originale con i tre giorni di calendario, ridotti lo scorso anno a causa della pandemia.

La manifestazione conferma una line up dallo sguardo ampio e dal respiro internazionale. Dalla sopraffina producer Loraine James a Gold Panda, passando per Indian Wells e Ivreatronic, fino al mix di musica araba ed elettronica di Deena Abdelwahed.

Si inizia giovedì 10 novembre ad EXP con la classe di Arssalendo e il suo Tutti ammassati senza affetto, con cui conferma talento e innovazione. E il dj set di Fukinsei, l’abile artista dalle radici siciliane dal suono profondo e oscuro. Spazio anche ai talk: 1977 Magazine si confronta con Arssalendo e Mai mai mai sul rapporto tra tradizione culturale e musica contemporanea. Mentre il giornalista Giulio Pecci intervista Capibara.

Generi e bandiere diverse salgono sul palco del Monk venerdì 11. Da Londra Loraine James con il suo mix tra jazz ed elettronica, drill e grime inglese, capace di delineare un universo sonoro intimo e trascinante. Dalla Tunisia ecco la dj Deena Abdelwahed. Adottata dalla Francia e di casa (discografica) in InFiné, porta in città la sua contaminazione tra musica araba ed elettronica. Christian Löffler batte bandiera tedesca e compone tra armonie neoclassiche e trame elettroniche, sogno e malinconia. Mentre Capibara ci riporta in Italia con il suo nuovo Homunculus e un viaggio di profonda introspezione. Tra frequenze acide e malinconiche fino a ritmiche serrate tra bass music, post-dub e squarci di hyperpop. In consolle anche Prest con la sua creatività e le sue mille declinazioni dell’elettronica.

Sabato 12 novembre si prosegue al Monk. Orecchie puntate su Gold Panda con The work, il suo nuovissimo disco fresco di uscita. Attesa la performance di Indian Wells con il suo No one really listens to oscillators, costruito sull’elettronica introspettiva e coinvolgente a cui ci ha abituato. Beat vocali morbidi e testi lucidi come specchi per la cantautrice milanese Marta Tenaglia. Mentre non servono presentazioni per Ivreatronic, il collettivo fondato da Cosmo, Splendore, Enea Pascal e Foresta, al Monk per uno scatenato dj set dei loro. Vincenzo Pizzi e Jackson Kaki si uniscono in una performance AV dal titolo 物の哀れ – Mono no aware. Il primo mette in campo sentimenti e sonorità contrastanti; il secondo regala al pubblico una consolidata esperienza di video artist cresciuta in Giappone.

Gino Morabito per LiveMedia24

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