Le tre Pietà di Michelangelo al Museo del Duomo

Saranno esposte per la prima volta tutte insieme le tre Pietà di Michelangelo. Si potranno ammirare nella sala della Tribuna di Michelangelo del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.

Saranno esposte per la prima volta tutte insieme le tre Pietà di Michelangelo. Si potranno ammirare nella sala della Tribuna di Michelangelo del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.

L’originale della Pietà Bandini, di cui è da poco terminato il restauro, sarà affiancata dai calchi della Pietà Vaticana e della Pietà Rondanini provenienti dai Musei Vaticani.

L’esposizione aprirà al pubblico dal 24 febbraio, in occasione dell’incontro “Mediterraneo frontiera di pace 2022“, che vedrà riunirsi i vescovi e i sindaci del Mediterraneo a Firenze e a cui interverrà anche Papa Francesco.

L’evoluzione dello stile.

La possibilità unica di osservare le tre sculture una accanto all’altra, offriranno l’opportunità di studiare l’evoluzione dell’arte di Michelangelo, nonché la sua maturazione spirituale. Dalla prima giovinezza (quando incise il suo nome sul petto della Madonna Vaticana) fino alla sua ultima stagione, quando, ormai vecchio, mise mano alla Pietà oggi a Firenze e poi alla Pietà Rondanini conservata a Milano, che è il risultato sublime di una profonda meditazione spirituale.

La pietà Vaticana.

La prima Pietà di Michelangelo è quella Vaticana. La realizzò a ridosso del giubileo del 1500, quando il cardinale Jean Bilhères de Lagraulas commissionò al giovane Buonarroti “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio”.

Con la realizzazione della Pietà Vaticana (1498-1499), Michelangelo impressionò il suo tempo per la bellezza di quel Cristo nudo sorretto amorevolmente dalla Vergine, una giovanissima ragazza umile e casta, avvolta nei panneggi per cui Maria risulta al tempo stesso Madre e sposa. Il capolavoro venne collocato nella cappella di Santa Petronilla poco prima del 1500, anno del giubileo. Successivamente fu spostata in San Pietro, e nel XVIII secolo fu esposta a destra della navata dove ancora oggi la si può ammirare.

La Pietà Bandini.

La seconda Pietà (Bandini) l’ha scolpita molti anni dopo rispetto a quella Vaticana. Michelangelo aveva lasciato Firenze nel 1534 e si era stabilito a Roma.

Ormai anziano, l’artista è sempre più concentrato sul destino umano, sulla morte e resurrezione di Cristo e lavora spesso in preda a frequenti crisi depressive. Comincia a temere la propria morte, il giudizio divino. Fa voto di povertà. L’esecuzione della Pietà Bandini è lunga e difficile, la datazione controversa. Michelangelo non portò a termine l’opera. Tiberio Calcagni, principale assistente del Buonarroti, completò la scultura in alcuni punti. Poi Francesco Bandini la acquistò nel 1561.

Intorno al 1555, Michelangelo prese a martellate la statua rompendola in più punti. Ancora oggi si osservano, infatti, i segni di rottura sul gomito, sul petto, sulla spalla di Gesù e sulla mano di Maria. Nel 1722 la Pietà fiorentina fu trasferita in Santa Maria del Fiore. Dal 1981 si trova nel Museo dell’Opera del Duomo.

La Pietà Rondanini.

La terza Pietà (Rondanini) venne progettata tra il 1552 e il 1553 e Michelangelo vi lavorò fino all’ultimo. L’opera venne rinvenuta nello studio di Michelangelo dopo la sua morte. Acquisita dai marchesi Rondanini nel 1744, la Pietà è arrivata a Milano nel Castello Sforzesco nel 1952. La Pietà Rondanini rappresenta l’esito finale di un lungo percorso di arte e di fede. 

Nel prossimo autunno i tre calchi in gesso delle Pietà originali saranno esposti a Milano nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, in un nuovo allestimento appositamente progettato.

La mostra, aperta la pubblico fino al 1 agosto 2022, è accompagnata da un catalogo realizzato da Silvana Editoriale con saggi e schede dei curatori e di altri autorevoli studiosi.

A cura di Serena Maddalo per LiveMedia24.

artefirenzemichelangelola pietàsculturavaticano
Comments (0)
Add Comment