La neve e la memoria

Ben ritrovati lettori di Livemadia24

In questa rubrica parlerò della neve e del giorno della memoria, alternerò le poesie con le illustrazioni di Dhyana Stella Tarlindano e le foto che mi avete inviato.

Seguirà il racconto di Marta Paolantonio.

Ringrazio chi ha contribuito a questa rubrica, con le foto e il racconto.

Nel prossimo numero parleró dell’amore a 360 gradi: invitatemi racconti, foto, disegni e altro.

 

 

LA NEVE

 

E poi mi lascio rapire dal vento

Mi faccio accarezzare

Mi spingo in avanti

Verso un soffice manto bianco

Bello da vedere

Piacevole toccare

Nel sole si scioglie

Mentre il panorama esplode davanti a lei

 

Illustrazione di Dhyana Stella Tarlindano

 

 

LA NEVE A DACHAU

C’era la neve alta

Il fumo bianco

Al campo di Dachau

I pochi bambini rimasti

Guardavano il panorama ad occhi spenti

Actum gridava il soldato

Mentre i ragazzi più grandi si rotolavano sul terreno bianco.

Nell’inverosimile ambiente.

Nella memoria di tutti noi

Aleggia ancora un filo di fumo acre di atrocità.

Che non si può dimenticare.

 

 

Foto dal web

 

 

FORSE

 

Forse il buio rallenterà

Forse il vento si calmerà

Forse la pioggia smetterà

In questa polvere di crudeltà

In questo mondo impazzito

Forse non si potrà mai dimenticare

Forse la memoria resterà viva

Nelle immagini agghiaccianti dei campi di concentramento

Dove nel silenzio riverberano ancora le anime innocenti

Dove risplenderà ancora il sole caldo della memoria

Per non dimenticare nuovamente

Forse è giusto farlo presente

 

Foto di Arianna Rugger

 

 

LA NEVE DEGLI ANNI ’80

Mi ricordo ancora

Erano le prime luci dell’alba

E fuori dalla finestra vedevo i fiocchi di neve e tutto bianco.

Quell’anno del 1985 la neve rimase per un mese.

Tra i fossati ghiacciati

I pupazzi di neve

Le iglo improvvisate

Le scivolate a terra

I guanti bagnati

Mi sono proprio divertito quell’inverno che forse qualcuno di voi ricorderà.

 

Foto dal web

 

LA STORIA FA LA MEMORIA

La storia fa la memoria

La storia è dipinta di immagini e colori, parole ed emozioni

Nel digitale è più facile trovarla, leggerla e ammirarla

Nelle imprese e costruzioni che ci hanno portato fino a qua

Nelle tragedie e alienazioni

Nelle guerre e nelle attività

Come la Shoah

Rifletti anche tu perché non accada più

 

Foto dal Web

 

GUARDAVO LA NEVE

 

Guardavo dalla finestra

I fiocchi bianchi scendere giù

Non potevo muovermi

Non potevo sentire la neve tra le mie mani.

Sognavo di potere uscire e tuffarmi sul manto bianco e lanciare le pale di neve addosso a mio fratello.

Mio padre mi fece una bella sorpresa la raccolse in un recipiente e me la porto nella vasca da bagno.

Mi emozionai tantissimo

E per ringraziarlo gli lanciai della neve.

Lui sorrise vedendomi felice dopo settimane passate in casa a causa della bronchite.

 

Foto Paola Guardi

 

INCONSISTENZA di Marta Paolantonio

 

Sono stanca di vivere sempre con questa nostalgia, una malattia.

Si attacca alle cose e alle persone in cui m’imbatto nella mia vita quotidiana: un

ottico che pulisce estasiato degli occhiali, probabilmente pensa ai soldi che ne

ricaverà.

Il vento soffia fortissimo e gelido oggi. La gente mi passa accanto tutta coperta,

posso vederne solo gli occhi, e il marciapiede, e di nuovo occhi.

Più cammino, più mi intorpidisco, mi muovo per inerzia, ma di stare ferma non

mi riesce.

Vago per la mia città come in cerca di qualcosa; in realtà ciò che ottengo è la

mia completa dissoluzione; divento vapore, pur sempre con una qualche

volontà, quella che mi basta a sopportare il freddo.

Mi strofino gli occhi stanchi, immagino la mia faccia dal punto di vista di un

qualsiasi passante come qualcosa di banale e già visto. Riapro gli occhi e vedo

sempre la stessa strada di prima, di sempre.

La nostalgia però permane. E’ nostalgia di me stessa, dell’innocenza della mia

infanzia.

La mia nostalgia si attacca anche ai muri, alle lavatrici di un fresh&clean, alle

facce di una coppia sorridente e stupida che quasi grugnisce persa nel suo

sogno.

Tutto diventa una grande melma, i miei passi affondano nel nero del suolo, il

mondo è appiccicoso e rallentato.

La neve ha provato a cadere oggi. La magia è durata qualche misero minuto,

poi è arrivato il vento che, incurante delle mie aspettative, ha spazzato via

quell’ingenua speranza di sopravvivere; e la neve è scomparsa, dissolta.

Nulla è rimasto a testimonianza dell’evento, solo le espressioni serie dei

camerieri che ora mi servono da bere e il mio ridicolo imbarazzo.

Così scivolano su di me le impressioni e le sensazioni di vuoto, come su una

lastra di vetro.

Come posso trattenere la vita?

La mia nostalgia si attacca al mondo come colla e mi intrappola tra voi, anche se sono vapore

 

Foto di Paola Guardi

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