LiveMedia24 incontra The Sunset in occasione dell’uscita del loro ultimo singolo, “She Was Nothing”, un pezzo più che rock, rivisitato per l’occasione.
Tanti progetti nel loro futuro, tanta musica da portare in giro, di cui poter parlare…
Vi lasciamo a questa nostra intervista, alle parole dei The Sunset.
Vi ringraziamo per aver accolto il nostro invito, The Sunset. Una nuova versione del vostro singolo è all’attivo, “She Was Nothing”, un brano per voi importante. Cosa aggiungere a riguardo?
Tanto è già stato detto nel comunicato stampa, ma non tutto. Non abbiamo mai realmente raccontato l’origine dei nostri brani e questo, per noi, è l’anno delle confessioni. Cosa dire, invece, di “She Was Nothing”?! È una canzone rock con un ritornello che prende e un riff che spacca, insieme ad un cambio di tonalità e una sigla che riprende il codice aeroportuale, IATA, dell’aeroporto civile di Sahiwal, in Pakistan. Aggiungiamo anche che in questa versione live, nel bel mezzo del brano, ci esponiamo politicamente senza mezzi termini. Troviamo necessario dire le cose senza filtri e fronzoli, è una nostra peculiarità. Siamo fatti così, esattamente come il nostro sound, in questa live session, senza filtri e fronzoli. Qualcuno potrebbe azzardare che siamo fatti della stessa sostanza del nostro sound ma, purtroppo, non conosciamo questo qualcuno, altrimenti gli diremmo di farsi gli affari suoi e di ascoltare “She Was Nothing”.
“On/Off” è un documentario-concerto che avrà presto vita ma, esattamente, da cosa è scaturita questa idea?
L’idea è nata dalla ‘tempesta’ dei nostri cervelli e da quello di Daniele Fasoli, supremo ingegnere del suono, nostro mecenate e co-fondatore dei Phaser Studios. Quest’anno festeggiamo dieci anni dall’uscita del nostro primo album e, verso la fine, pubblicheremo i primi singoli del nostro nuovo EP: Aliens, Lovers and Funny Folks. Tornando al documentario, posso dirti che non racconta soltanto di noi, della nostra musica, ma anche del rapporto con i Phaser Studios, del nostro crescere e saper stare insieme. È la celebrazione di ciò che siamo stati e un buon augurio per ciò che saremo.
Come ha preso forma il vostro percorso artistico e quali consapevolezze avete raggiunto con il passare degli anni?
Ci sono varie leggende riguardo il primo incontro tra Pestuggia (il cantante) e Cotroneo (il chitarrista). La più diffusa riguarda il loro ritrovarsi casualmente in Nepal durante un viaggio spirituale. Si racconta che, nel cercare loro stessi, abbiano invece trovato l’altro, una sorta di incontro karmico voluto dall’universo. La verità, invece, è più da film per teenager e potrete trovarla nella nostra bio ufficiale. Vi basta sapere che, sin dalle prime volte, dalle prime suonate nei garage brianzoli, la volontà è sempre stata quella di suonare inediti, di fare dischi e di sperimentare.
Quali consapevolezze abbiamo raggiunto con il passare degli anni? Dopo più di un decennio di musica possiamo dirvi che è cambiato molto di quello che riguarda i nostri primi tempi. I locali hanno chiuso e la scena che conoscevamo è morta. Siamo dei sopravvissuti, forse perché nati sognatori. Cosa abbiamo imparato? Niente, fortunatamente. Perché sbagliare fa scrivere canzoni vere, imparare fa solo seguire l’algoritmo.
Progetti futuri?
Possiamo dirvi che tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo usciranno, insieme ad altri singoli estratti da On/Off, i brani del nostro nuovo disco: Aliens, Lovers and Funny Folks. Un progetto di cui siamo fieri, sia da un punto di vista musicale che testuale. Nessuno spoiler ma possiamo dirvi che sarà pazzesco, bizzarro, colorato e a tratti uggioso. Per saperne di più dovrete intervistarci almeno un’altra volta, se lo vorrete.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24