LiveMedia24 incontra Maurizio Mastrini, un più che abile pianista, pronto a parlarci del suo ultimo progetto, Ghost.
Maurizio Mastrini è un uomo capace di regalare buone sensazioni durante i suoi concerti e più che fedele al suo pubblico, tanto da dare vita ad un ‘concerto baratto’.
Vi lasciamo a questa nostra intervista, alle parole del maestro Maurizio Mastrini.
Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Maurizio. Come stai?
Molto bene, grazie!
Parliamo del tuo ultimo progetto, “Ghost”, del modo in cui ha preso forma?
Metto sempre tanto istinto nella fase creativa, da sempre supportata da grandi emozioni e sensazioni, motivo per cui per la realizzazione del progetto ho ritenuto vitale ricercare nuovi stimoli. Questa ricerca mi ha portato alla suite Caruso, in cui lui stesso ha soggiornato, e in cui Lucio Dalla ha poi scritto la nota canzone/omaggio. Ne è venuto fuori un brano che adoro definire una ‘piccola opera’, intitolato “Ghost”. Soltanto successivamente ho pensato di aggiungere al tutto cinque composizioni: “Arcobaleno”, “Amore segreto”, “Freedom”, “Pace” e “Nostalgia”, un brano che probabilmente fungerà da tema al prossimo film di Valeria Golino. A Sorrento ne è rimasta talmente inebriata da desiderare che un domani sia parte del suo prossimo soggetto cinematografico.
Sei in tour da prima che questo album prendesse forma. Quali sensazioni hai raccolto stando a contatto con il tuo pubblico?
Le emozioni che regala il pubblico sono tante e forti, per mia fortuna. Sono in tanti ad avere le lacrime agli occhi nello stringermi la mano, nel dirmi che riesco a toccare le corde della loro anima.
È una tua idea il ‘concerto baratto’, qualcosa di molto particolare…
In occasione delle festività natalizie, di anno in anno, regalo dei concerti al pubblico senza richiedere il cachet. Ho pensato fosse bello, giusto, proporre di portare dei generi alimentari da donare ai poveri durante i live…
Che ricordo porti con te di quelli che sono stati i tuoi inizi e cosa manca ancora da realizzare?
Sono cresciuto in una famiglia comune, piena di valori, di ricchezza d’animo. Ho mosso i primi passi in ambito musicale nel luogo in cui lavorava mio padre, nella bottega da fabbro, procacciandomi delle bacchette per suonare, ascoltando insieme musica. Non vivevo in una grande metropoli, motivo per cui ho faticato tanto, e parlavo di musica con chi ne capiva qualcosa. Cosa manca da realizzare? A New York c’è un luogo che amo particolarmente, il Carnegie Hall, e posso dirti che ho avuto il piacere di suonare proprio lì. Cos’altro manca? Un Oscar!
Alessia Giallonardo per LiveMedia24