LiveMedia24 incontra la giovanissima Diletta Fosso, violoncellista e cantante, pronta a parlarci del sui nuovo brano, “Belli/e”.
Un inno alla normalità, a rivedere, se vogliamo, i canoni di oggi…
Vi lasciamo a questa nostra intervista, alle parole della quindicenne Diletta.
Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Diletta Fosso. “Belli/e” funge da titolo al tuo nuovo brano, una riflessione legata ad alcuni standard del mondo di oggi. Esattamente, come ha preso forma?
“Belli/e” è nata perché, negli ultimi tempi, il culto dell’immagine ci sta sfuggendo di mano. Volevo raccontare con ironia la pressione dei filtri, dei like, ma anche la vera bellezza, quella che profuma di terra bagnata dopo la pioggia, che ti commuove come un libro al capitolo giusto. Ho provato ad accostare anglicismi e momenti più poetici, outfit, selfie e like che convivono con le immagini che ti riportano all’essenziale. È un invito a brillare, ognuno coi propri difetti, e a riconoscere una bellezza che resiste ai trend.
Il violoncello, molto spesso, accompagna la tua voce. Come si è sviluppata questa passione?
Ho iniziato a quattro anni. Volevo suonare il contrabbasso, ma era troppo grande, così ho abbracciato il violoncello ed è stato amore a prima vista. Il mio si chiama Alfred ed è un grande compagno di viaggio. Ho cominciato a unire canto e violoncello a solo dodici anni grazie a un concorso di canto a cui ci si poteva accompagnare con uno strumento. Mi sono detta che era il caso di provarci, anche se non è facile come accompagnarsi con il piano o la chitarra. Il violoncello non ha tasti, va intonato insieme alla voce, si suona con un arco che fa avanti e indietro. Inoltre, non può fare gli accordi e quindi sono costretta ad arrangiamenti più elaborati. Insomma, ci vuole tanta pazienza e coordinamento.
Quali palchi vorresti poter calcare, senza tralasciare i talent, i programmi musicali spesso presenti in televisione?
Amo i palchi dove si ascolta davvero: teatri, festival di canzoni d’autore, piazze piene di gente curiosa. Ho vissuto esperienze bellissime aprendo ai La Crus e partecipando a concorsi nazionali, e mi piace l’idea di crescere tra live veri e incontri con le persone. Ai talent mi piacerebbe partecipare solo se ci posso portare il violoncello. Il mio sogno? Suonare su palchi più grandi, senza perdere l’intimità dei palchi piccoli.
Quali progetti futuri di cui poterci parlare, quali sogni ancora da realizzare?
Continuerò a produrre nuova musica sperando, fra un anno o due, di pubblicare un album, un diario aperto che spazi dalla canzone leggera ai testi più impegnati. Mi piacerebbe collaborare con artisti che stimo, contaminando il mio suono. Intanto continuo a crescere: studio, scrivo, condivido. Se anche una sola persona si sente meno sola ascoltandomi, il sogno sta già diventando realtà.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24