LiveMedia24 incontra La Ragazza del Chewingum, al secolo Nunzia Mita, in occasione dello spettacolo atto a festeggiare la sua persona.
Sono quarant’anni che, a suo modo, la donna trasforma, con molta abilità, in piccole sculture le sue chewingum.
Vi lasciamo a questa nostra intervista, alle sue parole e progetti futuri.
Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Nunzia Mita. Con “Amo le mie forme” festeggi i quarant’anni legati al tuo talento nel trasformare le chewingum in sculture molto piccole. Cosa aspettarci da questa unica data?
“Amo le mie forme”, in scena questa sera all’Ellington Club, rappresenta un modo per ‘festeggiare’ la mia abilità nel creare piccole sculture con il chewingum. Lingua, palato e denti, dunque, saranno il fil rouge dello spettacolo. Un qualcosa di leggero e, al contempo, ironico che si collega alla mia vita. Tante sculturine, quindi, e tanti ricordi, spaziando tra gli affetti più cari, come i miei nonni. Non ultimo il canto, un lato a me caro, che scopro, per fortuna, sempre più. Ad accompagnarmi, al piano, Giuseppe Vinci.
Chi è Nunzia oggi e quali consapevolezze ti accompagnano?
Una sognatrice che, a suo modo, sogna in grande. Desidero poter costruire un mondo fatto di tante piccole chewing gum e con meno distanze. Un mondo così piccolo da volerci una lente di ingrandimento per poterlo osservarlo, riconoscere. Un mondo dannatamente bello.
Difetti ne hai?
Certo! Sono molto caotica e tanto disordinata, sbadata, insicura. Come possibile, cerco di non disturbare mai gli altri, anche a causa della mia timidezza. È proprio lì che nasce la mia forza, dalle imperfezioni che mi caratterizzano e che riesco a trasformare in punti di forza.
Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?
Sto portando avanti un piccolo progetto musicale e, come possibile, scrivo brani che, inspiegabilmente, prendono forma sotto la doccia oppure lavando piatti… li registro con il cellulare, poi li lavoro. L’obiettivo più grande è quello di portare questo spettacolo in giro il più possibile e provare a trasformarlo in un film.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24