Fotografare la Via Lattea: scatto

Siamo arrivati nella fase più entusiasmante di questo percorso per fotografare la Via Lattea: lo scatto. Capiamo quindi che tipologia di attrezzatura è necessaria e come impostare i parametri per ottenere i nostri scatti.

Capitolo attrezzatura

Qui purtroppo più spendi e più ottieni. Diciamo che si possono ottenere risultati da album dei ricordi con quasi tutte le attrezzature, ma per ottenere immagini epiche serve un’attrezzatura specifica. Tralasciando il cavalletto (che è scontato), in primis serve un obiettivo molto luminoso che abbia almeno un’apertura del diaframma f/2.8. E dico almeno, perché più ampia è l’apertura e più si riescono a tenere bassi gli ISO. Ma procediamo con ordine.

I parametri che sono oggetti di discussione sono fondamentalmente 3:

  • tempi di scatto
  • apertura diaframma
  • ISO

Per quanto riguarda i tempi di scatto, si parla spesso della “regola del 500” dandola per legge. Poi sentirete anche parlare della regola del 600, o del 400. Già il fatto che abbia più nomi lascia dubitare sulla suo bontà. In sostanza, bastava dividere il numero 500 per la lunghezza focale alla quale si scatta. Ad esempio, utilizzando un 16mm, risultava 500/16=31s. Provate, poi vediamo cosa esce.

In realtà, con l’analogico, questa regola era corretta. Adesso nell’era del digitale, con sensori sempre più densi di pixel, è obsoleta. Se si vogliono catturare le stelle puntiformi bisogna accorciare i tempi. Esiste una regola chiamata NPF, un po’ più complessa della regola del 500, ma con risultati molto più accurati, anche se non perfetti.

Tempo max esposizione (in secondi)=(35 x diaframma + 30 x pixel pitch) / focale

Vi starete chiedendo: e questo pixel pitch che diavolo è? Non è altro che il rapporto tra la larghezza del sensore in mm e il numero di pixel in larghezza. Questo dato solitamente è pubblicato dal produttore della fotocamera. Per chi ha l’app PhotoPills, selezionando la propria fotocamera e la lunghezza focale verrà mostrato il tempo massimo di esposizione.

Questi sono buoni metodi da cui partire per fotografare la Via Lattea: una volta sul campo basta fare qualche scatto di prova per vedere qual è il limite entro il quale ci si può spingere.

Per quanto riguarda l’apertura del diaframma invece, quella dipende dall’ottica che avete. Una buona apertura è un f/2.8, meglio ancora se si scende a f/2 o f/1.8. Aumentando l’apertura si aumenta la quantità di luce che colpisce il sensore, potendo quindi ridurre gli ISO.

Infatti gli ISO per riuscire a catturare la luce delle stelle devono essere per forza di cose alti. Quanto alti? Il più possibile! Essendo i parametri strettamente correlati tra loro, è impossibile dare un valore valido per tutti. Generalmente si sta tra i 3200 e gli 8000 ISO. A questi livelli il rumore è molto elevato, soprattutto nelle fotocamere dense di pixel, quindi capite bene che riuscire a diminuire gli ISO è solo un vantaggio.

Scattare con un bel 14mm f/1.8 magari montato su una Sony A7s iii dev’esser proprio una goduria.

Mattia Radoni per LiveMedia24

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