I FILM ITALIANI AL FESTIVAL DI CANNES

In concorso, nella selezione ufficiale, il regista napoletano Mario Martone con "Fuori". Nella sezione Un Certain Regard presentati "Testa o croce?" degli italo-americani Matteo Zoppis, Alessio Rigo de Righi, e "Le città di pianura" di Francesco Sossai

Fuori di Mario Martone

E’ il più importante dei film italiani presenti al Festival di Cannes, in programma dal 13 al 24 maggio, l’unico in concorso nella selezione ufficiale.

Il regista Mario Martone, uno dei cineasti più autorevoli del panorama nazionale (Il giovane favoloso 2014, Qui rido io 2021) dopo il premiato  Nostalgia del 2022, con la sua ultima opera, Fuori, crea un intenso ritratto di Goliarda Sapienza, figura chiave della letteratura italiana del ‘900, da poco riscoperta e valorizzata.

Fuori, tratto da un soggetto di Ippolita di Majo, autrice della sceneggiatura, scritta a quattro mani con il regista, è interpretato da Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie (in veste di attrice per la quarta volta), Corrado Fortuna, Antonio Gerardi e Francesco Gheghi.

Ambientato a Roma negli anni ’80, racconta una parte della vita della scrittrice e attrice Goliarda Sapienza (Valeria Golino), finita in carcere per avere rubato alcuni gioielli. Nell’ambiente angusto della reclusione, l’incontro con alcune giovani detenute si rivela per lei  un’esperienza di rinnovamento. All’uscita dal carcere le donne, continuano a frequentarsi, stringendo un legame profondo. Goliarda in particolare instaura un’intensa amicizia con Roberta (Matilda De Angelis), anima inquieta e controversa: delinquente abituale, attivista politica, vitale e scanzonata, con la quale la scrittrice ritrova la gioia di vivere e l’estro creativo.

Il film è nelle sale dal 22 maggio con 01 Distribution, vanta una coproduzione Italia-Francia che coinvolge Indigo Film con Rai Cinema e The Apartment, Srab Films, Espace Production ed ha già un buon riscontro di pubblico.

Valeria Golino torna ad occuparsi della Sapienza dopo avere presentato al Festival di Cannes 2024 la miniserie dal titolo L’arte della gioia, in veste di regista. Una esclusiva Sky Original in sei episodi.

Qui la nostra recensione: https://www.livemedia24.com/cinema-televisione/televisione/larte-della-gioia-la-recensione/

Testa o croce ? 

Secondo lungometraggio degli italo-americani Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi con Nadia Tereszkiewicz, Alessandro Borghi e John C. Reilly. Un western ambientato nell’agro pontino ai primi del ‘900, quando Buffalo Bill arrivò a Roma e fece conoscere agli italiani il mito della frontiera.

Per Alessio Rigo de Righi: “L’intenzione era realizzare un western italiano con un’ambientazione autenticamente nazionale, a differenza di molte pellicole di genere girate in Italia ma solitamente ambientate negli Stati Uniti, spesso al confine con il Messico”. I registi dunque si sono: “ispirati alla storica tournée europea di Buffalo Bill, che tra il 1890 e il 1906 visitò l’Italia in due occasioni, facendo tappa anche a Roma. Proprio durante uno di questi soggiorni italiani nacque la leggenda della sfida tra i cowboy americani e i butteri locali” (Alessio Rigo de Righi).

Nel film, durante una gara di doma, Rosa (Nadia Tereszkiewicz), giovane moglie di un influente signorotto locale, si innamora di Santino (Alessandro Borghi), il giovane e bello buttero che vince la competizione. Dopo l’omicidio del marito i due amanti fuggono insieme ma sono “inseguiti” dalla taglia che la giustizia pone sulla testa di Santino. Con Buffalo Bill sulle loro tracce, sognano l’America, quella vera non l’immagine dei manifesti pubblicitari. Desiderano i grandi spazi d’oltreoceano per respirare aria di libertà e di vita nuova.

Di seguito  le interviste ad Alessandro Borghi, a Nadia Tereszkiewicz, ed ai registi.

https://www.rai.it/raicinema/video/2025/05/Cannes-2025—Testa-o-croce—Interviste-d69a28a1-0da0-4c35-a94c-1e4735aff3d6.html

Le città di pianura

Ovvero, la terza opera dei film italiani in concorso a Cannes ed il primo lungometraggio del giovane  bellunese Francesco Sossai (1989) , con Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla, Andrea Pennacchi e Roberto Citran.

Prodotto da Vivo Film e Rai Cinema, in collaborazione con Maze Pictures, Le città di pianura è ambientato nella pianura veneta. I due protagonisti, Carlobianchi (Sergio Romano) e Doriano (Pierpaolo Capovilla) sono due perditempo che vagano da un’osteria all’altra sempre in cerca dell’ultimo bicchiere. Una notte come tante, gironzolando nei bar della  loro zona, si imbatte sulla loro strada Giulio (Filippo Scotti), un timido studente di architettura. Questo improbabile sodalizio, con due strani mentori, sarà fondamentale per la trasformazione del giovane, tanto da cambiare profondamente il suo modo di immaginare il futuro, l’amore e  la visione del mondo.

Il film è un’altra bella rivelazione del cinema italiano, certo d’essai ma di considerevole interesse. Illuminante in tal senso il giudizio di Alberto Crespi su Repubblica: “Tra vitelloni, notti brave e un tesoro sepolto, il regista bellunese firma un film profondamente locale e sorprendentemente universale“.

Di seguito una clip del film.

 

Emma Borella per http://LiveMedia24.com

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